Donne della fiction Rai. Nelle complesse e mutevoli logiche di programmazione e ascolti televisivi, a rappresentare una certezza in casa Rai sono le serie Tv dove capofila sono personaggi femminili forti, coraggiosi e liberi. A reggere gli ascolti di Rai Uno, della Fiction Rai, nelle ultime stagioni si confermano Lolita Lobosco e Imma Tataranni, donne che incarnano femminilità, preparazione e determinazione, ma anche fascino e ironia, capaci di rompere il soffitto di cristallo sul posto di lavoro e al contempo di essere perno delle dinamiche familiari. Dal 4 marzo 2024 su Rai Uno è arrivata la terza stagione “Le indagini di Lolita Lobosco”, che prende le mosse dai romanzi di Gabriella Genisi (Sonzogno e Marsilio Editori), adattati per lo schermo da Daniela Gambaro e Massimo Reale. Alla regia un cambio di testimone: esce Luca Miniero, che aveva diretto la prima e la seconda stagione, e arriva Renato De Maria, che per la Tv ha firmato dei validi crime come “Distretto di Polizia” (2000), “Il segreto dell’acqua” (2011) e “Squadra antimafia” (2016). Protagonista è la sempre brava Luisa Ranieri, affiancata dai validi Giovanni Ludeno, Jacopo Cullin, Lunetta Savino, Bianca Nappi, Giulia Fiume e Maurizio Donadoni. Tra i nuovi ingressi Daniele Pecci.
Il cuore batte ancora. Il vicequestore Lolita Lobosco è ferita nell’animo: il suo storico amore, Angelo, si è rivelato coinvolto nell’omicidio del padre. Delusa, Lolita si concentra sul lavoro, sostenuta dai fidati Antonio Forte e Lello Esposito, ma anche nel finanziare il nuovo progetto di Bed & Breakfast della madre Nunzia e della sorella Carmela. Proprio lì, nella nuova sede dello “Scammaro Avvelenato”, si imbatte nell’affascinante gallerista Leon…
Pros&Cons. Partenza sempre ottima per “Le indagini di Lolita Lobosco”. Il primo episodio della terza stagione, “Volo pindarico” (04.03.24), ha subito fatto il pieno di ascolti con 5 milioni di spettatori e 27.7% di share, posizionandosi tra i risultati più significativi per la Fiction Rai del nuovo anno insieme a “Doc. Nelle tue mani”. Qual è il punto di forza della serie? Anzitutto il personaggio di Lolita Lobosco, che Luisa Ranieri veste con grande aderenza e trasporto, tratteggiando con efficacia l’immagine di una donna solida e inappuntabile nel lavoro, che però non rinuncia mai a se stessa, alla propria femminilità e libertà. Una donna pronta ad aiutare amici e cari, in cerca di un amore maturo che la sappia comprendere e non ingabbiare. Al di là della forza del personaggio, a funzionare sono le dinamiche relazionali nel commissariato, che si muovono agilmente nel perimetro tra comedy e drama-crime; a questo si aggiungono gli inserti sempre comici affidati alla famiglia Lobosco, tra Lolita, la sorella Carmela e la madre Nunzia. Da non dimenticare, infine, la riuscita suggestione paesaggistica della città di Bari e della Puglia in generale. Nell’insieme il racconto funziona, con una buona dinamica narrativa e una altrettanto valida cura nella messa in scena, nella fotografia e nelle musiche (Santi Pulvirenti, Tommy Caputo). “Le indagini di Lolita Lobosco” è una serie consigliabile, brillante.