Dentro la Tv: Una casa di spine. Gabriele Muccino dirige per Sky “A casa tutti bene. La serie”
martedì 25 Gennaio 2022
Un articolo di:
Sergio Perugini
Questioni di famiglia. Il regista-sceneggiatore romano Gabriele Muccino, classe 1967, vanta oltre vent’anni di attività e più dieci film. Dopo la rivelazione nel 1999 con “Come te nessuno mai”, vibrante racconto del mondo liceale, la svolta della carriera arriva nel 2001 con “L’ultimo bacio” che lo porta anche Oltreoceano. A Hollywood, infatti, riesce a mettere a segno alcuni titoli di richiamo come “La ricerca della felicità” (2006) – con Will Smith candidato agli Oscar – e “Padri e figlie” (2015), da cast all star tra cui Jane Fonda e Russell Crowe. Dal 2016 Muccino è in Italia e di nuovo in gioco con la sua cifra di narrativa prediletta, ossia il mondo giovanile e le relazioni familiari raccontati con sguardo indagatore, introspettivo, carico di vibranti tensioni: “L’estate addosso” (2016), “A casa tutti bene” (2018) e “Gli anni più belli” (2020). Nel 2021 il regista, al di là delle incursioni nei videoclip musicali o negli spot pubblicitari, apre alla Tv e realizza la sua prima serie, una produzione targata Sky Studios e Leone Film Group in onda su Sky e Now.
Casa Ristuccia. Roma oggi, i Ristuccia guidano un noto ristorante della Capitale, il San Pietro. I festeggiamenti per i settant’anni del capo famiglia Pietro diventano l’occasione per riunire tutti, a cominciare dai tre figli Carlo, Sara e Paolo con i rispettivi coniugi e figli. La serata si conclude purtroppo nel peggiori dei modi, tra litigi, vecchi dissapori e un tragico incidente…
Pros&Cons. Forte del successo del film “A casa tutti bene” del 2018 (un Nastro d’argento e un David di Donatello), Muccino è tornato a lavorare ancora su quella storia familiare allargandone però il perimetro: è nata così la serie in 8 episodi “A casa tutti bene. La serie”. E oltre a rinnovare l’impianto della storia, il regista ha scommesso su un nuovo cast composto da veterani ma soprattutto giovani talenti in ascesa: Laura Morante, Francesco Acquaroli, Francesco Scianna, Laura Adriani, Silvia D’Amico, Antonio Folletto e Valerio Aprea. Cuore del racconto è e resta la famiglia, osservata nelle sue dinamiche e relazioni. Il regista segue il suo inconfondibile stile entrando nelle pieghe di irrisolti familiari, scandagliandone legami e capacità di tenuta. Insomma uno sguardo – forte probabilmente della lezione di Mario Monicelli, del suo “Parenti serpenti” (1992) – dove si colgono bene anche gli echi dei suoi lavori precedenti, a partire da “L’ultimo bacio”. “A casa tutti bene. La serie” viaggia spedita lungo il binario narrativo prediletto dall’autore, mettendo a tema ritratti familiari più sbilanciati sulle fratture che sulle intese. E Muccino conferma la sua chiara abilità nel dirigere un cast corale, lavorando bene tanto sulle sfumature introspettive dei singoli quanto sulle dinamiche di interazione collettive, sugli incontri-scontri caratteriali. La serie rivela di certo ritmo, diffusa tensione e non poca densità tematica. Dal punto di vista pastorale la serie è complessa, problematica e per dibattiti.
Articolo disponibile anche sul portale dell’Agenzia SIR