Cnvf-Sir. “Conoscevo Ennio Doris, la sua famiglia e avevo letto anche il suo libro, ma l’elemento che ci ha convito a entrare nel progetto era il desiderio di raccontare una storia dal valore etico, tra attaccamento al territorio, coerenza e solidarietà. C’è un dovere da parte di Medusa di promuovere storie simili. Orgogliosi di uscire dal 15 aprile in oltre 150 sale”. Così Giampaolo Letta, vicepresidente-AD di Medusa Film, alla presentazione di “Ennio Doris. C’è anche domani”, film dedicato alla figura del noto banchiere fondatore di Mediolanum. Firma la regia Giacomo Campiotti, protagonisti Massimo Ghini e Lucrezia Lante della Rovere, una produzione Movie Magic International e Medusa. A moderare l’incontro la giornalista del Tg5 Cesara Buonamici, che ha sottolineato: “La frase nel titolo del film, ‘C’è anche domani’, è legata al padre di Ennio Doris, Berto, a una sua espressione”.
La storia. Settembre 2008, con la crisi finanziaria legata al tracollo di Lehman Brothers, il settore bancario è in piena tempesta. Ennio Doris, a capo di Mediolanum, prova a trovare una soluzione per salvare i risparmi dei propri correntisti. Un momento che lo spinge ad aprire il cassetto dei ricordi, richiamando l’infanzia povera in Veneto nel Dopoguerra e l’educazione familiare improntata sulla fiducia…
Il regista Giacomo Campioni ha affermato: “Sono stato coinvolto dai produttori Guido e Giorgio Borghi. All’inizio conoscevo poco la storia di Ennio Doris e non nascondo anche qualche pregiudizio: raccontare la vita di un banchiere io che sono abituato a dirigere storie ispirazionali [tra i suoi titoli ‘Giuseppe Moscati’, ‘Braccialetti rossi’]. Poi ho letto il libro e ho conosciuto la sua famiglia. Ho compreso subito quanto fosse importante il progetto, per me, per il nostro presente: la possibilità di realizzare una storia con un’idea etica profonda; una vicenda che partiva dall’Italia del Dopoguerra, da una famiglia povera ma non misera”.
Gli ha fatto eco il protagonista Massimo Ghini: “Questo film ha molto dello straordinario, ma in verità è tutto vero. Quando mi sono accostato al progetto ho trovato delle assonanze con un’altra biografia che avevo raccontato, quella di Enrico Mattei [‘L’uomo che guardava al futuro’, 2009]. Ho colto lo stesso profilo etico. Ennio Doris aveva un’umanità particolare”. Dello stesso avviso Lucrezia Lante della Rovere: “Un film sulla memoria del nostro Paese, di un certo tipo d’Italia che non c’è più. Oggi il nostro presente è segnato da individualismo, cinismo. Felice di aver interpretato Lina Doris, una donna che è andata di pari passo con il marito: era la sua colonna portante, tra lavoro e casa”.
Presente nel panel anche la stessa Lina Doris, che ha ricordato così il marito scomparso nel 2021: “Eravamo tutti e due dei sognatori. Quando parlavamo di futuro ci brillavano gli occhi. E lui mi alimentava proprio con il sogno. Aveva la capacità di motivarti”.