Orig.: Francia (2001) - Sogg. e scenegg.: Lisa Azuelos Alessandrin - Fotogr.(Scope/a colori): Damil Morisot - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Yann Malcir - Dur.: 93' - Produz.: Luc Besson per Leeloo Productions.
Interpreti e ruoli
Richard Berry (Max), Charles Berling (Vincent), Jean-Pierre Darrouissin (Raul), Melanie Thierry (Julie)
Soggetto
Le circostanze portano Max, Vincent e Raul a dividere per le vacanze un grande appartamento preso in affitto al mare a Baule Escoublanc, dove arrivano il 12 agosto dalla città, convinti di trovarvi le rispettive mogli. Le donne invece non ci sono, e un'anziana baby-sitter li informa che sono partite e lei è rimasta a sorvegliare i due figli piccoli di Vincent e le due femmine appena più grandi di Max. Nella casa alloggia anche Julie, adolescente figlia di primo letto di Magalì, moglie di Max. Mentre invano cercano di capire dove siano andate, i tre devono fronteggiare i problemi quotidiani: comprare il mangiare e prepararlo, portare i figli sulla spiaggia e farli giocare, lavare i vestiti sporchi. Raul, che non ama i bambini, è il più contrariato. Litigi e malumori crescono, a mano a mano che i caratteri di ciascuno emergono e si scontrano: Max, il più aitante, vuole reagire a quello stato di apatia; Vincent, il più debole, scoppia in pianto pensando alla moglie lontana; Raul è preso dalla gelosia. Arriva il 15 agosto e, dopo aver liquidato bruscamente la signora dell'agenzia immobiliare arrivata per riscuotere l'affitto, il terzetto va alla conferenza di una scrittrice, autrice di un libro sui comportamenti affettivi e matrimoniali. Tutti ne escono con le idee confuse ma più sereni. Tornano a casa. Fuori riconoscono le macchine delle mogli. Comincia a piovere forte. I tre per un po' restano fuori, poi entrano.
Valutazione Pastorale
Si tratta di una commedia simpatica e spigliata che, sulla scia della migliore tradizione francese del 'genere', mette sotto la lente della denuncia e dell'ironia tutte le contraddizioni, le sfumature, le frammentazioni del rapporto coniugale all'inizio degli anni Duemila. Scritto con occhio femminile ma non femminista, orientato a creare situazioni tali da fare emergere crisi, insicurezze, incoscienza e disagi dell'uomo-marito-padre di oggi, il copione trova il pregio maggiore nella spontaneità e nella naturalezza delle varie situazioni che in modo imprevisto si rovesciano sui tre protagonisti. Tre uomini, tre specchi in cui guardarsi, tre percorsi di maturazione gestiti con rabbia ma con convinzione. Così, evitando retorica e trionfalismi (le tre donne non si vedono mai), mariti e mogli si riuniscono come le due metà di una stesso frutto, e i quattro giorni di una vacanza forzata diventano il diario (scandito dal calendario) di una educazione al dialogo, al quale ci si prepara scoprendone la necessità. Il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come positivo, accettabile, brillante nei toni, e adatto a dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e recuperato in altre circostanze, magari per trattare il tema "famiglia" anche con un prodotto più leggero accanto ad altri di taglio drammatico.