Orig.: Stati Uniti (2003) - Sogg. e scenegg.: Guillermo Arriaga - Fotogr.(Panoramica/a colori): Rodrigo Prieto - Mus.: Gustavo Santaolalla - Montagg.: Stephen Mirrione - Dur.: 120' - Produz.: Alejandro Gonzalez Inarritu, Robert Salerno.
Interpreti e ruoli
Sean Penn (Paul), Naomi Watts (Cristina), Benicio Del Toro (Jack), Charlotte Gainsbourg (Mary), Danny Huston (Michael), Carly Nahon (Cathy), Claire Pakis (Laura), Eddie Marsan (rev.do John), Clea Duvall (Claudia)
Soggetto
Il professore Paul Rivers e sua moglie Mary capiscono che da qualche tempo il loro matrimonio si muove in precario equilibrio tra la vita e la morte. Lui ha una malattia gravissima ed è in attesa di un trapianto, lei vuole fortemente un figlio, anche ricorrendo all'inseminazione artificiale. Cristina Peck, ragazza maturata dopo una gioventù sregolata, é oggi molto legata alla sorella Claudia, al marito Michael, alle due piccole figlie. Poi c'è Jack Jordan, ex truffatore sposato con Marianne, che lotta quotidianamente per provvedere ai due figli e intanto riscopre una fede religiosa che lo porta a dedicarsi ad attività nella parrocchia del rev.do John. Una sera il marito e le figlie di Cristina non tornano più a casa. Un fuoristrada li uccide. Affranta dal dolore, Cristina acconsente al trapianto del cuore del marito su Paul. Quando sta meglio, questi cerca Cristina, la incontra, ha una relazione con lei, le dice la verità, ne accoglie la richiesta di vendetta contro Jack, che era alla guida del fuoristrada. Ma il desiderio del male non è in grado di portare soddisfazione.
Valutazione Pastorale
In concorso alla Mostra di Venezia 2003 (fino all'ultimo in gara per il Leone d'oro, Sean Penn premiato con la Coppa Volpi), il film, dice il regista, : "...é una meditazione che esplora alcuni aspetti delle nostre vite complicate: perdita, dedizione, amore, colpa, coincidenza, vendetta, dovere, fede, speranza, redenzione... Nessuno è semplicemente buono o cattivo. Mi piace far vedere la debolezza e la forza, senza giudicare, perchè solo dopo si potranno svelare alcuni aspetti della nostra condizione umana". Nel copione dunque i destini di tre famiglie, spinti dalla casualità, si scontrano e si confondono. I temi presenti nell'inquietante esordio "Amores perros" e nel folgorante apologo dell'episodio diretto nel collettivo "11 settembre" tornano in questo "21 grammi" che fin dal titolo (é il peso che si perde quando si muore) dichiara l'intenzione di calarsi nei labirinti spesso insondabili della psiche. I tre protagonisti che vengono a contatto scandiscono le tappe, violente e dolorose, della lotta giornaliera tra bene e male, tra le aspirazioni dell'anima, le ragioni del cuore, le elucubrazioni della mente, in uno scenario dove la bellezza è a portata di mano ma qualcosa arriva a portarla via. Storia quindi dai temi 'alti' risolti con un lucido svolgimento nell'inseguirsi di tempo, spazio, scavo psicologico. Inarritu si conferma regista di notevole forza espressiva, non arriva alla trascendenza ma vede la morte in agguato e la vita che, nonostante tutto, vuole prevalere. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come discutibile, senz'altro problematico e molto adatto a dibattiti.
Utilizzazione
In programmazione ordinaria, il film si indirizza a un pubblico adulto e cautele sono da tenere nei confronti dei minori. Stessa attenzione per i minori anche in seguito, in vista di passaggi televisivi e di circolazione di VHS e DVD.