300

Valutazione
Inaccettabile, violento
Tematica
Fumetti- Graphic novel, Guerra, Morte, Storia, Violenza
Genere
Drammatico
Regia
Zack Snyder
Durata
115'
Anno di uscita
2007
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
300
Distribuzione
Warner Bros Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Zack Snyder, Kurt Johnstad, Michael Gordon tratto dall'omonimo romanzo a fumetti di Frank Miller e Lynn Varley
Musiche
Tyler Bates
Montaggio
William Hoy

Orig.: Stati Uniti (2007) - Sogg.: tratto dall'omonimo romanzo a fumetti di Frank Miller e Lynn Varley - Scenegg.: Zack Snyder, Kurt Johnstad, Michael Gordon - Fotogr.(Scope/a colori): Larry Fong - Mus.: Tyler Bates - Montagg.: William Hoy - Dur.: 115' - Produz.: Gianni Nunnari.

Interpreti e ruoli

Gerard Butler (Re Leonida), Lena Headey (Regina Gorgo), David Wenham (Dilios), Dominic West (Theron), Michael Fassbender (Stelios), Vincent Regan (capitano), Rodrigo Santoro (Serse), Andrew Tiernan (Efialte), Andrew Pleavin . (Daxos)

Soggetto

A Sparta re Leonida getta nel pozzo i messaggeri del re di Persia Serse, e decide di partire con soli trecento uomini per fermare l'invasore. Nello stretto delle Termopili i soldati spartani tengono a lungo testa alle predominanti forze nemiche, prima di restare tutti sul terreno. Ma alla fine Dilios, incaricato di tornare in città a testimoniare ciò che é successo, si mette alla testa di un nuovo, nutrito esercito pronto a riprendere la battaglia.

Valutazione Pastorale

Forse del fumetto che é all'origine dell'operazione bisogna dimenticarsi, perché il film è una cosa diversa. Ed è proprio nell'utilizzo delle risorse tecnologiche che risalta la differenza. Se in certi, recenti titoli cinesi (e dintorni, ad es. di Zhang Yi Mou), espedienti come il 'ralenti' e altri servivano a prolungare l'effetto di armonie tra danza e ritmi musicali, qui l'obiettivo é ben opposto: ad essere allungato é il senso della sofferenza, dell'incrudelimento, del sangue che sgorga a fiotti, del duello bestiale uomo contro uomo. L'estetica della morte in battaglia passa dai proclami a parole ai fatti dell'eliminazione fisica cercata come unica soluzione possibile e in grado di offrire soddisfazione. Ne deriva la costruzione di una 'bellezza' accattivante dello squartare fisicamente l'altro e la certezza che morire sul campo vuol dire non essere morti invano. Si dirà che si parla di tantissimi anni addietro, che la storia di quel periodo era anche questa, che la guerra era spesso l'unica forma di vita riconosciuta. Ma da questa materia così vischiosa il copione non prende quasi mai le distanze, e anzi le parti non belliche (il discorso della regina e del suo avversario) sembrano alludere apertamente a fatti odierni e di stretta attualità. Prevale dunque una sorta di ideologia dell'annientamento che, non essendo ben contestualizzata, rischia di essere fraintesa e presa per il verso sbagliato. Dal punto di vista pastorale, il film è dunque da valutare come inaccettabile e del tutto violento.
UTILIZZAZIONE: é da evitare sia in programmazione ordinaria sia in successive circostanze.

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