Orig.: Gran Bretagna (2017) - Sogg.: dal romanzo "Non sei mai stato qui" di Jonathan Ames - Scenegg.: Lynne Ramsay - Fotogr.(Panoramica/a col.): Thomas Townend - Mus.: Jonny Greenwood - Montagg.: Joe Bini - Dur.: 95' - Produz.: Rosa Attab, Pascal Caucheteux, James Wilson, Lynne Ramsay - 70^ FESTIVAL DI CANNES 2017 PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA (EX AEQUO CON "THE KILLING OF A SACRED DEER" DI YORGOS LANTHIMOS)E PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE MASCHILE A JOAQUIN PHOENIX.
Interpreti e ruoli
Joaquin Phoenix (Joe), Ekaterina Samsonov (Nina), Alessandro Nivola (senatore Williams), Alex Manette (senatore Votto), John Doman (John McCleary), Judith Roberts (madre di Joe), Kate Easton (madre di Joe giovane), Jonathan Wilde . (padre di Joe giovane)
Soggetto
Veterano di guerra, Joe vive a New York con la madre anziana e malata. Nella sua desolata quotidianità, fa il killer per coloro che vogliono liberarsi di nemici pericolosi. Ora deve occuparsi di recuperare Nina, la figlia di un politico locale, entrata nel giro della prostituzione minorile...
Valutazione Pastorale
Joe è uno di quei personaggi che ti restano dentro, perché li vedi pieni di buona volontà ma incapaci di mettere a segno qualcosa di buono. Joe vuole salvare Nina dal giro insidioso della prostituzione minorile. E' però tanto volenteroso quanto incapace di agire in modo proficuo. La sua innata irruenza lo porta ad esagerare, a minacciare, ad essere cattivo più del necessario. Joe vive la psicologia del solitario, e la condizione dell'abbandono. La morte violenta dell'anziana mamma innesca in lui una spirale di violenza difficile da controllare. Così il copione corre lungo una cattiveria crescente , quasi rassegnata ad fare i conti con il peggio del quotidiano. Lynne Ramsay, regista scozzese, ha girato nel 2011 "...e ora parliamo di Kevin", un film d'esordio forte e spiazzante per toni e forza narrativa. Qui conferma di preferire un cinema non per tutti, dal taglio brutale ma sempre aderente ad uno sguardo impietoso e senza sconti sulla realtà. Con personaggi che lottano contro l'abbandono di se stessi e l'ostilità di una società nemica e indifferente. Un cinema freddo ma non asettico, gelido ma affidato a molte, emozioni sottotraccia (vedi il finale). Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso e problematico.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria con l'avvertenza che si tratta di una storia aspra e cruda di persone sole e prive di riferimenti.