A PRIMA VISTA

Valutazione
Accettabile, semplice
Tematica
Disabilità, Psicologia
Genere
Commedia
Regia
Irwin Winkler
Durata
Anno di uscita
1999
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
At first sight
Distribuzione
United International Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
tratto dal racconto "To see and not see" di Oliver Sacks

Orig. : Stati Uniti (1998) - Sogg.: tratto dal racconto "To see and not see" di Oliver Sacks - Scenegg. : Steve Levitt - Fotogr. (Panoramica/ a colori) : John Seale - Mus. : Mark Isham - Montagg. : Julie Monroe - Dur. : 129' - Produz. : Irwin Winkler e Rob Cowan.

Interpreti e ruoli

Val Kilmer (Virgil Adamson), Mira Sorvino (Amy Benic), Kelly McGillis (Jennie Adamson), Nathan Lane (dr. Phil Webster), Steven Weber (Duncan Allanbrook), Bruce Davison (dr. Charles Aaron), Ken Howard (padre di Virgil)

Soggetto

Il giovane Virgil Adamson ha perso la vista da bambino. Oggi lavora come massaggiatore in una tranquilla località di villeggiatura a nord di New York, dove vive con la sorella e tutti lo conoscono e lo stimano. Qui un giorno arriva Amy Benic, architetto a Manhattan in preda allo stress. Dopo qualche giorno, Amy fa capire a Virgil di essere innamorata di lui. I due passano un periodo insieme e poi Amy invita Virgil a seguirla a New York per cercare nuove strade per ridargli la vita. Inaspettatamente, Amy non ottiene quell'entusiasmo che sperava: Virgil non vuole coltivare queste speranze. E tuttavia un intervento chirurgico sperimentale gli restituisce la vista e Virgil si trova catapultato in un mondo di oggetti per lui senza senso, di distanze difficili da misurare, di concetti che non è facile esprimere. Amy cerca di inserire Virgil nella vita quotidiana della città, ma non tutto è così semplice. Una sera vanno insieme alla festa di compleanno di Duncan, socio di lei e suo ex marito. In seguito Amy e Duncan vanno insieme per lavoro ad Atlanta. Al ritorno Virgil chiede spiegazioni, e i due si chiariscono, ma lui da un po' accusa perdite di vista. Si fa visitare: la retina è debole, e lui tornerà cieco. Incontra il padre, che era sparito nell'apprendere della cecità del figlio piccolo, poi con Amy va allo stadio di hockey, quindi torna a casa. Poco dopo torna di nuovo cieco e tiene una conferenza su tutta la sua esperienza. Al parco si sente chiamare: è Amy che torna da lui. Camminao insieme lungo il viale.

Valutazione Pastorale

Alla base del soggetto c'é una vicenda autentica, raccontata da Oliver Sacks, neurologo e scrittore rinomato, in un volume dal titolo "Un antropologo su Marte". Certamente il realismo di fondo è molto stemperato all'interno di un racconto che andando avanti abbandona la parte più specificamente scientifica dell'argomento per dedicarsi a toni sentimentali da commedia tradizionale americana. Ci sono quindi tutti i momenti più caratteristici: incomprensioni, dubbi, litigi, sentimenti, rivalità, il proposito finale di andare comunque avanti. Si dice che non vanno alimentate facili illusioni e che, al di là delle possibilità della scienza, l'handicappato va accolto per quello che é come persona e individuo. Tutto detto con accenti scoperti e facilmente comprensibili. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come positivo, accettabile nella sua estrema semplicità.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare come avvio, di grande semplicità, ad una riflessione sul tema dell'handicap.

Le altre valutazioni

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