A TEMPO PIENO

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Famiglia, Lavoro
Genere
Drammatico
Regia
Laurent Cantet
Durata
132'
Anno di uscita
2001
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
L'emploi du temps
Distribuzione
Mikado Film
Musiche
Jocelyn Pook
Montaggio
Robin Campillo

Orig.: Francia (2001) - Sogg. e scenegg.: Robin Campillo e Laurent Cantet - Fotogr.(Panoramica/a colori): Pierre Milon - Mus.: Jocelyn Pook - Montagg.: Robin Campillo - Dur.: 132' - Produz.: Caroline Benjo.

Interpreti e ruoli

Aurélien Recoing (Vincent), Karin Viard (Muriel), Serge Livrozet (Jean-Michel), Jean-Pierre Mangeot (il padre di Vincent), Monique Mangeot (la madre di Vincent), Nicolas Kalsch (Julien), Marie Cantet (Alice), Felix Cantet (Felix), Maxime Sassier (Nono), Elizabeth Joinet (Jeanne), Nigel Palmer . (Jeffrey)

Soggetto

Licenziato all'improvviso, Vincent, consulente aziendale, non trova il coraggio per dare la notizia alla moglie Muriel e ai tre figli. Dopo averci un po' pensato, dice a Muriel di aver ottenuto un nuovo, importante incarico nella sede dell'ONU a Ginevra e che per questo dovrà stare molto spesso fuori casa, impegnato in viaggi, incontri, riunioni. Di fatto, ottenuto in prestito dal padre 200mila franchi, Vincent passa le notti fuori casa, in macchina e in posti di fortuna. Quando il denaro comincia a scarseggiare, Vincent si fa dare 50mila franchi da un amico, con la promessa di un investimento sicuro. Incoraggiato, Vincenti ripete l'operazione con altri, ma un signore fiuta l'inganno, glielo dice ma poi lo invita a lavorare insieme: lui traffica in merci varie dalla Polonia alla Francia. Vincent prima rifiuta poi accetta. Un giorno, quando la moglie arriva a Ginevra, Vincent subito la conduce fuori città in una baita di montagna. Quelli che gli hanno prestato i soldi lo contattano e ora ne pretendono la restituzione. Vincent è costretto ad utilizzare i guadagni fatti con il trafficante. Quando Muriel incontra Jeffrey, ex collega di Vincent, e apprende la verità, per lui non c'è più scampo. Deve affrontare dure reazioni, soprattutto da parte del figlio maggiore che non riesce a giustificarlo. Alla presenza del padre, Vincent scappa. Ma proprio per l'intervento del padre, Vincent fa un colloquio in un nuovo ufficio. Viene assunto e accetta tutte le condizioni.

Valutazione Pastorale

Situazioni autentiche, problema vero: c'è naturalmente una forte base di realismo nel ritratto di Vincent e della sua vicenda umana e professionale. La perdita del lavoro diventa perdita di un equilibrio esistenziale che fa smarrire molte capacità razionali. Vincent mette in atto una fuga che significa incapacità di assumersi le responsabilità ma allo stesso tempo gli fa perdere credibilità agli occhi dei suoi 'referenti' principali: la moglie e i figli. C'è in più la figura del padre, anziano e saggio, di fronte al quale Vincent resta ancora il figlio che non si è reso autonomo e aspetta di diventare adulto. Più che sui risvolti sociali e politici, la regia di Cantet punta dunque su quelli psicologici, sull'emergere di un ampio spettro di emozioni (azione/reazione) che si mettono in movimento e sono difficilmente controllabili. E' inoltre da sottolineare come Vincent, pur confuso e sbandato, non perde mai di vista la propria famiglia come costante punto di riferimento. Film equilibrato e serio, dolce-amaro nella conclusione (si vuol dire che il lavoro c'è e lo si trova, oppure che la fuga finisce e la routine torna comunque a incastrarti?) e, dal punti di vista pastorale, da valutare come accettabile, problematico e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria. Da recuperare per affrontare il tema del lavoro nell'Europa contemporanea.

Le altre valutazioni

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