Orig.: Stati Uniti (2002) - Sogg. e scenegg.: Stephen Gaghan - Fotogr.(Scope/a colori): Matthew Libatique - Mus.: Clint Mansell - Montagg.: Mark Warner - Dur.: 99' - Produz.: Lynda Obst, Edward Zwick, Roger Birnbaum, Gary Barber.
Interpreti e ruoli
Katie Holmes (Katie), Benjamin Bratt (detective Wade Handler), Charlie Hunman (Embry), Zooey Deschanel (Samantha), Gabrielle Union (Amanda), Gabriel Mann (Harrison), Melanie Lynskey (Mousy Julie), Will McCormack (August), Fred Ward (ten. Bill Stayton)
Soggetto
Vicina alla laurea e in procinto di avere un'occasione importante di lavoro, Katie si sente sotto pressione, debole e nervosa. Embry, il ragazzo con cui stava, é scomparso da due anni, e la facoltà informa la polizia. Il detective Wade, incaricato del caso, cerca di fare domande a Katie, ma ne ottiene solo vaghe risposte. Katie va da uno psicanalista, ma la situazione non migliora. Harrison, un altro studente, le dice di essere innamorato di lei, ma poco dopo anche lui scompare. Frequentando Wade, Katie si invaghisce di lui, e i due hanno una relazione. Ma Wade si dimette dalla polizia e la informa che ha intenzione di fare un viaggio senza di lei. Wade muore. Quando Katie si incontra di nuovo con Embry, in realtà si tratta di una sua allucinazione. Il ragazzo è stato da lei ucciso, appunto due anni prima, quando anche lui le aveva detto di volersi allontanare ma senza invitarla. Ecco Katie laureata, e ammessa in una importante società d'affari di New York. Qui la stessa situazione sta per ricrearsi.
Valutazione Pastorale
Bisogna inevitabilmente definirlo 'thriller' (ci sono dei morti; c'é un detective che indaga; c'é una soluzione finale), ma certo il vero thriller è un'altra cosa. L'esordiente regista Gaghan gioca tutte le carte nella creazione di atmosfere buie, rarefatte, misteriose, ma a lungo andare la maldestra scrittura del copione e l'incertezza sulla distribuzione dei tempi narrativi gettano il racconto nella confusione più totale. Fallisce la suspence, latita la costruzione psicologica dei personaggi. Della nevrosi della protagonista poco sappiamo all'inizio e meno alla fine. Non c'è tensione, la calligrafia prevale sulla sostanza, lo svolgimento è troppo pretenzioso tra incubi e flashback, poco graffiante e molto modesto. Non restando praticamente altro, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come inconsistente e del tutto velleitario.
UTILIZZAZIONE: se qualche curioso vuole vederlo, il film può essere utilizzato. Ma, vista la pochezza, se ne può anche fare a meno. Attenzione é comunque da tenere per i minori in vista di passaggi televisivi e di utilizzo di VHS e DVD.