Orig.: Stati Uniti (1999) - Sogg. e scenegg.: Woody Allen - Fotogr.(Panoramica/a colori): Zaho Fei - Mus.: Dick Hyman - Montagg.: Alisa Lepselter - Dur.: 92' - Produz.: Jean Doumanian.
Interpreti e ruoli
Sean Penn (Emmet Ray), Samantha Morton (Hattie), Uma Thurman (Blanche), Anthony Lapaglia (Al Torrio), Brian Markison (Bill Shields), Gretchen Mol (Ellie), James Urbaniak (Harry), John Waters . (mr. Haynes)
Soggetto
Alcuni intervistati (c'è lo stesso Woody Allen, e poi, tra gli altri, un critico e uno storico di musica jazz) cercano, ciascuno attraverso fonti diverse, di ricostruire la vita di Emmet Ray, chitarrista jazz degli anni '30. Di costui si sa che conduceva un'esistenza disordinata ma che veniva considerato il secondo miglior chitarrista del mondo, dopo Django Reinhardt. Per arrotondare i magri cachet professionali, Emmet faceva il protettore di alcune prostitute e, all'occorenza, alleggeriva somme qua e là. Di carattere imprevedibile, diceva di sentirsi bene solo quando suonava e, al di fuori, girava con la pistola, sparava nelle discariche ai topi e andava a veder passare i treni. Tipo estroso e scontroso, Emmet un giorno incontra Hattie, ragazza muta che lavora in una lavanderia e subito gli si affeziona, attratta dalla sua fantasiosa personalità. In seguito Emmet va con altre donne, ma Hattie rimane con lui e lo segue fino ad Hollywood, dove lei ottiene una piccola parte in un film d'avventura. Ingelositosi, Emmet si fa attrarre da Blanche, una perfida snob, che lo sposa ma ben presto lo lascia. Emmette torna allora da Hattie, che nel frattempo ha ripreso il lavoro nella lavanderia, si è sposata ed ha un bambino. Confuso e indeciso, Emmett prende una ragazza in un locale e si getta in macchina nella notte. La ragazza si ribella, lui scende, prende la chitarra, la rompe in mille pezzi. E qui finiscono le notizie su Emmett Ray.
Valutazione Pastorale
Presentato fuori concorso alla mostra di Venezia 1999, il film é da inserire nel gruppo, ancora minoritario, dei "Woody Allen senza W.A." (a parte quegli interventi come intervistato). Presente come autore del copione e come regista, Allen inventa un personaggio che gli consente di tornare ad alcuni scenari prediletti: gli anni Trenta, la musica jazz, i locali, l'artista come 'irregolare', non in grado di adattarsi ai tempi della vita quotidiana. E poi, forse più degli altri, l'idea ossessiva della costruzione di una personalità. C'è ancora Zelig, dietro Emmet, c'è l'estro bizzarro di non saper o non voler dare un volto preciso ad una persona, c'è l'ansia di scoprire qualcosa che non piace, la paura di conoscere il futuro. Si dovrebbe dire che dietro Emmett c'è in realtà, come sempre, Allen stesso, egocentrico motore del proprio mondo: lui musicista, lui uomo di spettacolo, lui disordinato collezionista di donne, di abitudini strane, di piccole e grandi manie. Ancora una volta, il film serve ad Allen per dire qualcosa di sé, forse per sfogarsi, per confessarsi ad alta voce. Si può essere o non essere d'accordo con Allen, uomo e artista. Ma il livello delle sue opere resta alto. Anche qui il racconto è gradevole, bizzarro, divertente, affettuoso,pieno di colori e di bella musica. Dal punto di vista pastorale,il tono di autodenuncia dei comportamenti del protagonista fa capire che non c'é compiacimento, ma voglia di capire. L'andamento è positivo, e quindi accettabile, il taglio é quello della commedia brillante.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare in 'personali' dedicate a Woody Allen, all'America anni '30, alla musica jazz.