Orig.: Stati Uniti/Germania (2004) - Sogg.: ispirato alla vita di Jackie Kallen - Scenegg.: Cheryl Edwards - Fotogr.(Scope/a colori): Jack Green - Mus.: Michael Kamen - Montagg.: Eric L. Beason - Dur.: 111' - Produz.: Robert Cort, David Madden.
Interpreti e ruoli
Meg Ryan (Jackie Kallen), Omar Epps (Luther Shaw), Charles S.Dutton (Felix Reynolds), Tony Shalhoub (Sam La Rocca), Timothy Daly (Gavin), Joseph Cortese (Abel), Kerry Washington . (Renee), Sean Bell (Ray Kallen), Juan Hernandez (Pedro Hernandez), Dean McDermott . (Pete Kallen)
Soggetto
Figlia di un pugile, Jackie Kallen ha sempre frequentato l'ambiente delle palestre e del quadrato. Oggi a Cleveland, lavorando alle dipendenze del re degli organizzatori Sam La Rocca, Jackie entra in urto con lui e accetta per sfida il contratto regalatole di Devon, un pugile dedito al crack. In realtà Jackie lo ha visto, ne ha intuito le possibilità e ora, affidatolo a Reynolds esperto allenatore a riposo, intende portarlo ad alti livelli. Tra mille difficoltà la donna, ormai diventata magare, riesce atrovare lo spazio per organizzare alcuni incontri. Devon comincia a vincere, fino al punto di ottenere dopo qualche tempo la chance per il titolo mondiale. Nella sfida decisiva, Devon riesce a vincere e a diventare campione del mondo.
Valutazione Pastorale
Persona autentica e vivente, Jackie Kallen viene ricordata come la prima donna che sia riuscita a scalfire l'impenetrabile mondo della boxe, programmato e vissuto da sempre al 'maschile'. E' valida dunque la frase iniziale 'tratto da una storia vera'; ed é valido anche quello che segue: ossia il fatto che poi il racconto va per conto suo, incanalandosi ben presto sui consueti binari di un ritratto di donna costretta a lottare contro ostacoli infiniti e tuttavia in grado di emergere, facendo leva su tenacia, testardaggine, orgoglio, consapevolezza delle proprie possibilità. Non essendo la regia in grado di lasciarsi andare a particolari invenzioni o scatti narrativi, la storia resta appiattita sul prevedibile tono del riscatto sociale che spesso accompagna la boxe (specie per i ragazzi di colore) e sulla presenza di Meg Ryan, che dà convinzione alla voglia di affermazione di una donna. Ne deriva un messaggio un po' convenzionale sulla passione e sugli slanci da non mortificare. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile e nell'insieme semplice.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e proposto in altre circostanze nell'ambito dei rapporti cinema/donna/sport.