Orig.: Italia/Gran Bretagna/Svizzera (2004) - Sogg. e scenegg.: Doriana Leondeff, Francesco Piccolo, Silvio Soldini - Fotogr.(Panoramica/a colori): Arnaldo Catinari - Mus.: Giovanni Venosta - Montagg.: Carlotta Cristiani - Dur.: 118' - Produz.: Luigi Musini, Roberto Cicutto, Tiziana Soudani.
Interpreti e ruoli
Licia Maglietta (Agata), Giuseppe Battiston (Romeo), Emilio Solfrizzi (Gustavo), Claudio Santamaria (Nico), Marina Massironi (Ines), Giselda Volodi. (Maria Libera), Monica Nappo (Daria), Ann Eleonora Jorgensen (Pernille Margrethe Kierkegaard), Remo Remotti (Rambone), Carla Astolfi . (geometra Mirabassi)
Soggetto
Donna matura, Agata, che gestisce una libreria a Genova, confida al fratello Gustavo di essersi innamora di Nico, un ragazzo molto più giovane di lei. Gustavo ha uno studio di architetto ereditato dal padre e dal nonno, ha un figlio e una moglie un po' irrequieta che vorrebbe dare nuovo slancio al loro rapporto. Un giorno un uomo di nome Romeo, che viaggia per la pianura padana con un macchinone pieno di vestiti, lo avvicina per una importante comunicazione: prima di morire, sua madre gli ha rivelato di aver avuto da giovane un altro figlio che non poteva tenere e che ha 'venduto' per poterlo far crescere. Romeo e Gustavo sono dunque fratelli, ma Gustavo in questo modo non lo è più di Agata. Romeo è sposato con Daria, paralizzata su una sedia a rotelle in seguito ad un incidente, ma non disdegna avventure occasionali nei suoi viaggi quotidiani. Sconvolto dalla nuova situazione, Gustavo trascura il lavoro, e si mette alla ricerca del padre. Lo trova più tardi in Rambone, un burbero contadino che vive isolato. Ora Romeo e Gustavo si conoscono meglio e vorrebbero iniziare un'attività comune. Ma Romeo, mentre si sposta nelle campagne, esce di strada e muore. Passa un anno. Un aereo torna dal Giappone. Daria si è operata alle gambe e ora sta bene. Gustavo è stato raggiunto da una collega danese incontrata in un viaggio di lavoro. Agata è insieme ad Amedeo, un ragazzo sosia di Nico che per un equivoco si era preso colpe non sue.
Valutazione Pastorale
Alla constatazione che, dopo il cupo e non molto fortunato al botteghino "Brucio nel vento", ha pensato bene di tornare ai toni leggeri di "Pane e tulipani", Soldini risponde: " Questo è parecchio diverso. L'idea era di spostarsi su un territorio che definirei meno fiabesco e più surreale. Costruire un mondo in cui potessero coesistere la commedia, il riso, con momenti più commoventi e anche drammatici. Dare vita a personaggi più contraddittori ma sempre carichi di una grande dose di umanità...". Surreale è l'aggettivo giusto. Pur girato quasi tutto in esterni (tra suggestivi scorci di Genova e le ariosità della pianura padana), il racconto si alza ben presto nel cielo di un deciso antirealismo, ricordando certe piccole, delicate fiabe zavattiniane. Diretto con bravura, con l'occhio attento a dilatare gli spazi e a dare allegra inquietudine a certi inafferrabili enigmi sentimentali, il racconto lascia però un'idea di incompiutezza. A differenza di Zavattini, l'apologo non si chiude, tutto resta sospeso, la morte di Romeo arriva senza motivo, il finale appare un po' tirato via. Insomma al di là di un felice bozzettismo, il copione ha il fiato corto, ed è proprio l'umanità dei personaggi ad essere mostrata ma poi curisosamente lasciata a metà. Per questi motivi il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile con riserve, e brillante nei suoi toni prevalenti.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria con preferenza per un pubblico adulto. Da recuperare in altre occasioni come esempio di film italiano tra commedia e umorismo amaro. Qualche attenzione per i minori in vista di passaggi televisivi o di utilizzo di VHS e DVD.