AL DIAVOLO LA MORTE

Valutazione
Discutibile, Crudezze
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Claire Denis
Durata
85'
Anno di uscita
1991
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
S'EN FOUT LA MORT
Distribuzione
Mikado Film
Musiche
Abdullah Ibrahim
Montaggio
Dominique Auvray

Sogg. e scenegg.: Jean Pol Fargeau, Claire Denis - Fotogr.(Panoramica/a colori): Pascal Marti - Mus.: Abdullah Ibrahim - Montagg.: Dominique Auvray - Dur.: 85' - Produz.: Cinea, Pyramide, Les Films de Mindie, Paris, Nek Film Produktion, Munchen.

Interpreti e ruoli

Isaach De Bankolè (Dah), Alex Descas (Jocelyn), Jean-Claude Brialy (Pierre Ardennes), Solveig Dommartin (Toni), Christopher Buch Holz (Michel), Gilbert Pelmar (Ti Emile), Pipo Sarguera . (Pipo)

Soggetto

Due uomini di colore Jocelyn venuto in Francia dalle Antille e Dah vivono a Parigi importando di nascosto galli da combattimento. Pierre Ardennes, proprietario di un ristorante parigino, ha messo sù nel retro un ambiente frequentato da accaniti scommettitori clandestini. Jocelyn e Dah sono a percentuale, mentre la bionda Toni (moglie di Pierre) con il figlio Michel si occupano del bar. Frattanto accadono due eventi: Jocelyn, che è l'addestratore dei galli, tipo introverso e di rarissime parole, si innamora della donna; il gestore impone ad un dato momento l'applicazione agli speroni dei combattenti di affilate lamette di acciaio, allo scopo di far aumentare le puntate sui combattenti. Ma Jocelyn si ribella, considerando forse ciò una deformazione cruenta del combattimento, che per lui fa parte di antichissimi rituali. In più è geloso di Michel e della ambiguità dei suoi rapporti con Toni (la quale, se lui lo volesse, sarebbe prontissima a fuggire insieme nelle Antille). Nell'ultimo combattimento, Jocelyn mette sul ring, anziché il gallo prediletto ormai sfinito (si chiama "Al diavolo la morte") una bianca e combattiva gallina cui ha dato il nome di Toni. Ma, votato com'è ad un amore impossibile con la bionda e ad una autentica volontà di autodistruzione, in uno scontro violento con Michel viene accoltellato da questi. Il fedele amico Dah, inviando al vecchio padre la salma e il denaro guadagnato da Jocelyn in Francia, torna anche lui nel paese natio.

Valutazione Pastorale

Il film è sicuramente insolito (i combattimenti dei galli, genere amatissimo nell'America Centrale, dove gli aficionados sono legioni), ma è anche zeppo di ambiguità. Un realistico documento dei metodi addestrativi, oppure una denuncia ispirata da una delle tante associazioni animaliste, indignata dalla crudezza di una lotta barbarica, importata qua o là a fini speculativi e, pare, redditizi? Può darsi d'altro canto, che contro l'ombroso e introverso personaggio di Jocelyn, una volta che per i suoi galli viene imposta l'applicazione di lame che sono rasoi (una variante che concorre a spingerlo verso l'autodistruzione), giochino soprattutto antichissimi motivi etnici ed il senso della sacralità di quella lotta che, lontana da un certo habitat anche culturale, fra gente vociante, vede degradati e dispersi i connotati di un rituale. L'aspetto melodrammatico della faccenda è rappresentato dalla donna che Jocelyn ama in silenzio limitandosi ad occhiate di fuoco, rodendosi anche di gelosia. Il film di Claire Denis si finisce con il seguirlo, più attenti agli animali che ai personaggi, ossia per la novità agonistica, la quale insegna varie cose in materia di addestramento, con immagini comunque e spesso crude di bargigli lacerati, di ali ciondolanti e di occhi strappati. La stupidità e la cattiveria umana non hanno limiti.

Le altre valutazioni

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