Orig.: Belgio/Olanda (2012) - Sogg.: tratto dall'opera teatrale omonima di Johan Heldenberg - Scenegg.: Carl Joos, Felix Van Groeningen - Fotogr.(Scope/a colori): Ruben Impens - Mus.: Bjorn Eriksson - Montagg.: Nico Leunen - Dur.: 111' - Produz.: Dirk Impens per Menuet/Belgio; Topkapi Films/Olanda.
Interpreti e ruoli
Veerle Baetens (Elise), Johan Heldenbergh (Didier), Nell Cattrysse (Maybelle), Geert Van Rampelberg (William), Nils De Caster (Jock), Robby Cleiren (Jimmy), Bert Huysentruyt (Jef), Jan Bijvoet . (Koen)
Soggetto
In Belgio, oggi. Elise gestisce uno studio di tatuaggi, sua grande passione. Didier è da sempre appassionato dell'America che rappresenta le terra delle infinite opportunità. Per lui è anche la patria della amatissima musica bluegrass, il "country nella versione più pura", che Didier interpreta suonando il banjo in un gruppo musicale. Elise e Didier vivono una storia molto intensa, si sposano e la loro felicità è coronata dall'arrivo della bellissima Maybelle. All'età di sei anni, la bambina si ammala gravemente e l'equilibrio tra i genitori sembra inesorabilmente spezzarsi. La situazione crea tra Elise e Didier divergenze e che risultano impossibili da conciliare.
Valutazione Pastorale
Elise e Didier si amano di un amore irruento e travolgente, quello che illumina qualunque altro gesto uno possa compiere nella giornata. Elise e Didier prolungano nella musica la loro armonia esistenziale. In quel bluegrass ci sono malinconia, nostalgia, estusiasmo per una vita che sfonda i confini della piccola campagna belga intorno a Gand per aprirsi ad orizzonti più vasti. Ma quella vita che Elise e Didier aggrediscono con tono ribelle si prende la rivincita nel modo più atroce.Il prezzo è il sacrificio dell'innocente, della bambina ancora pura e intatta. Il dolore che attanaglia i due fa emergere profonde differenze. Soprattutto impedisce alla mente di ragionare, lascia lo spazio libero per invettive e sfoghi, attribuzione di colpe che annullano gli spiragli per il cuore e per gli affetti. Così la storia diventa estrema e spiazzante, cronaca aspra e terribile di come la ferita più innaurale che esista (la morte di un figlio) si installi nel profondo delle corde emotive e obblighi a cambiare le lenti che guardano il mondo. Didier non fa sconti alla propria razionalità, e qualunque invito ad alzare gli occhi verso il cielo cade nella invettiva aprioristica verso il Papa, la Chiesa, una spiritualità fatta di conforto e amore. Elise è aperta alla Fede ma l'elaborazione del lutto richiede energie che sente di non avere e la vita le sfugge di mano. Così il copione, più che soffermarsi sulla tragedia del cancro nel fisico di una bambina, diventa occasione scatenante e senza vie di mezzo per formulare le domande dirette, terribili, ineludibili, di fronte alle quali siamo chiamati a stabilire quale strada seguire: quella dell'amore o quella della rinuncia. Girato con estrema eleganza, costruito sull'incontro tra elementi di irruente bellezza (la colonna sonora, gli 'esterni', le interpretazioni di lancinante 'verità'), il copione chiede grande attenzione e partecipazione, e capacità di andare alla radice del confronto tra bene e male: laddove una preghiera, anche nascosta, può diventare uno spiraglio per vedere la perdita di un figlio nella luce della speranza. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per situazioni nelle quali l'intensità della proposta possa essere adeguatamente recepita e trovi opportuno seguito in auspicabili dibattiti, ampi e approfonditi.