Il film ha vinto l'Orso d'oro al 72° Festival internazionale del cinema di Berlino
Interpreti e ruoli
Jordi Pujol Dolcet (Qumet), Anna Otin (Dolors), Xènia Roset (Mariona), Albert Bosch (Roger), Ainet Jounou (Iris), Josep Abad (Rogelio), Berta Pipó (Glòria), Carles Cabós (Cisco), Montse Oró (Nati)
Soggetto
La famiglia Solé vive nella campagna della Catalogna dove coltiva da decenni un vasto frutteto. I proprietari, i Pinyol, le avevano offerto il terreno dopo la guerra civile per ricompensarli dell’aiuto ricevuto in quei tempi difficili. Un gesto generoso mai registrato in documenti ufficiali. I Solé si ritrovano così del tutto impotenti di fronte alla decisione dei proprietari di estirpare il frutteto per installare pannelli solari.
Valutazione Pastorale
Dopo “Estate 1993” (2017), la giovane regista catalana Carla Simòn, classe 1986, ha vinto l’Orso d’oro al Festival di Berlino nel 2022 con “Alcarràs – L’ultimo raccolto”, sua seconda regia. La storia. Nel paesino di Alcarràs, in Catalogna, nella casa di famiglia al centro di un vasto frutteto vivono tre generazioni di Solè: il nonno Rogelio (Josep Abad), suo figlio Qumet (Jordi Pujol Dolcet), la moglie Dolors (Anna Otin) e i loro tre figli, Mariona (Xènia Roset), Roger (Albert Bosch) e la piccola Iris (Ainet Jounou). A loro spesso si aggiungono zii e nipoti, soprattutto per dare una mano a raccogliere le pesche, la loro pressoché unica fonte di sostentamento. Quando il vecchio proprietario del terreno, Pinyol, muore, il figlio decide di estirpare il frutteto per impiantarvi dei pannelli solari. La famiglia Solé non può opporsi alla decisione perché, a differenza che per l’abitazione, non ha alcun documento che ne attesti la proprietà: i Pinyol glielo offrirono sulla parola dopo la Guerra civile per ricompensarli dell’aiuto ricevuto in quei tempi difficili. Come potranno sopravvivere ad uno stravolgimento così radicale che, tra l’altro, sta coinvolgendo tutta la comunità? Riusciranno a ricomporre le fratture e le tensioni che si sono create all’interno del nucleo familiare dove le diverse generazioni si trovano su posizioni contrastanti, pressoché inconciliabili?
“Alcarràs – L’ultimo raccolto” è un racconto familiare, fortemente ancorato alla terra dalla quale scaturisce, sviluppato con lucidità e rigore dalla regista Simón che riesce a governare con grande mestiere attori non professionisti componendo un puzzle di personalità ed età diverse, amore e confusione, slanci generosi e suscettibilità non sempre trattenute. Una famiglia insomma. Il cuore del film sta tutto nella descrizione, minuziosa, quasi documentaristica, del lavoro agricolo, come tratto culturale essenziale di una società, di una civiltà che, forse, è destinata a soccombere. Qumet è un contadino e rivendica questa sua identità con passione e rabbia, sapendo di lottare senza possibilità di vincere. Anche perché il “nemico” non è facilmente catalogabile come “cattivo”: si tratta di pannelli solari, una fonte di energia pulita e rinnovabile. Ma l’immagine delle ruspe che, attorno alla casa, sradicano gli alberi uno a uno sotto lo sguardo rassegnato dei Solé, lascia un retrogusto amaro e un grande senso di vuoto. Il film “Alcarràs – L’ultimo raccolto” è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e per successive occasioni di dibattito.