Interpreti e ruoli
Anna Kendrick (Alice), Kaniehtiio Horn (Tess), Wunmi Mosaku (Sophie), Charlie Carrick (Simon), Mark Winnick (Marcus)
Soggetto
Alice sta vivendo una relazione psicologicamente tossica con il fascinoso Simon. Quando le sue amiche di sempre, Tess e Sophie, le propongono di trascorrere una settimana di vacanza in un cottage tra i boschi, la giovane accetta volentieri.
Valutazione Pastorale
“Alice, Darling”, su sceneggiatura originale di Alanna Francis, segna il debutto alla regia nel lungometraggio dell’inglese Mary Nighy, figlia dell’attore Bill Nighy, recentemente visto in “Living” (2023).
Il film racconta la storia di Alice (l’ottima Anna Kendrick), e della sua sudditanza psicologica nei confronti del fidanzato Simon (Charlie Carrick, efficacissimo nel rendere l’ambiguità di un uomo apparentemente premuroso ma in realtà soffocante e pervasivo). Incapace di uscire da questo rapporto malato, divorata dai sensi di colpa e dall’insicurezza che l’uomo è riuscito a far crescere dentro di lei, Alice non trova il coraggio neppure di parlarne con le sue amiche di sempre, Tess e Sophie (Kaniehtiio Horn e Wunmi Mosaku), l’unico “sfogo” che si permette è quello di strapparsi di nascosto ciocche di capelli. Quando le sue amiche le propongono di trascorrere una settimana di vacanza in un cottage tra i boschi, la giovane accetta volentieri. Con il passare dei giorni, Alice riesce a rilassarsi e s’interessa al caso di una ragazza scomparsa in quelle zone, unendosi a un gruppo di volontari del luogo che perlustrano il bosco per trovarla. Distratta dalla “presenza” soffocante di Simon, la giovane piano piano apre alle amiche qualche spiraglio sulla realtà del suo rapporto con il fidanzato: una silenziosa richiesta di aiuto, un appello al quale Tess e Sophie non si sottraggono.
“Alice, Darling” è un racconto drammatico con sfumature thriller, segnato da una fotografia cruda e da un’ambientazione cupa e livida. Il ritmo è lento, come lenta, ma costante, è l’azione “erosiva” di Simon su Alice. Arriva, però, il punto di svolta e allora tutto accelera. La giovane (finalmente!) trova il coraggio di ribellarsi e riprendersi la vita, grazie anche all’aiuto delle amiche. Presentato al Toronto film festival 2022, “Alice Darling” affronta un argomento spinoso come quello della violenza psicologica in maniera asciutta ed efficace. Ma ci sono alcuni punti deboli. Anzitutto il rapporto con le amiche è poco approfondito, anche se le due interpreti cercano in tutti i modi di trasmettere l’idea di un legame forte, sincero, solidale. Anche di Simon sappiamo solo quel tanto che basta a renderlo insopportabile. C’è poi la linea del racconto legata alla ragazza scomparsa, un accenno thriller che finisce su un binario morto: sarebbe stato logico e in qualche modo “giusto” soddisfare la curiosità dello spettatore così abilmente suscitata. “Alice, Darling” è complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in altre occasioni di dibattito. In presenza di minori è bene prevedere l’accompagnamento di adulti ed educatori che aiutino a decodificare e a comprendere le situazioni e i temi in campo.