Interpreti e ruoli
Riccardo Scamarcio (Elio De Angelis), Lou De Laage (Esther Zelnik), Pierre-Henry Salfati (Aaron Zelnik), Astrid Meloni (Silvia), Nicola Rignanese (Andrea), Coraly Zahonero (Rivka), Luigi Diberti (Yaacov), Anna Sigalevitch (Rachel), Natacha Krief (Tsipporah), Jérémie Galiana (Ariel), Anaël Guez (Ronnit), Max Huriguen (Llan), Haïm Vital Salfati (Yehuda), Liv Del Estal (Carla)
Soggetto
Puglia oggi, gli Zelnik sono una famiglia ebrea ultra-ortodossa francese che ogni anno trascorre del tempo nel Sud d’Italia per la raccolta del cedro nella tenuta di Elio De Angelis, un tempo gallerista e ora agricoltore sulle orme del padre. Esther Zelnik è una giovane donna ventiseienne che sente su di sé il peso delle aspettative familiari (che la vogliono sposata quanto prima) e di un’adesione-pratica religiosa diventata difficile da gestire, a tratti claustrofobica...
Valutazione Pastorale
L’attore francese Stephane Freiss dirige “Alla Vita” (“Tu choisiras la vie”), opera che si muove tra dramma familiare ed esistenziale, giocato sulla ricerca di sé e il rapporto con la fede. Un racconto che sembra recuperare le suggestioni della struggente miniserie Netflix “Unorthodox” (2020) con Shira Haas, ispirata alla vita di Deborah Feldman nella comunità ultra-ortodossa chassidica di Brooklyn.
La storia. Puglia oggi, gli Zelnik sono una famiglia ebrea ultra-ortodossa francese che ogni anno trascorre del tempo nel Sud d’Italia per la raccolta del cedro nella tenuta di Elio De Angelis (Riccardo Scamarcio), un tempo gallerista e ora agricoltore sulle orme del padre. Esther Zelnik (Lou de Laâge) è una giovane donna ventiseienne che sente su di sé il peso delle aspettative familiari (che la vogliono sposata quanto prima) e di un’adesione-pratica religiosa diventata difficile da gestire, a tratti claustrofobica. Esther vorrebbe mettere da parte gli abiti austeri, il nero e il bianco, imparando a muoversi nel mondo come una ragazza della sua età, abbracciando i colori della vita. Dialogare con Elio la aiuta a mettere a fuoco i suoi tormenti; al contempo l’uomo riesce a rileggere la propria storia e le scelte compiute, imparando a perdonarsi…
Muovendosi su un canovaccio narrativo di certo interessante, anche se non del tutto originale, il film “Alla vita” mostra indubbio fascino per la messa in scena, soprattutto per il modo in cui alterna il racconto della campagna pugliese con i paesaggi interiori dei due protagonisti Esther ed Elio: si passa così dalla luminosità dei campi coltivati ai lividi spazi interiori, puntellati da sofferenze e rimpianti. Quel dialogo sussurrato tra i due, quasi di nascosto dai Zelnik, detona ogni conflitto con un effetto balsamico e sembra aprire l’animo di entrambi a un nuovo inizio.
Se convince la messa in scena e la fotografia, che esaltano la dimensione paesaggistica e introspettiva, sembra funzionare meno la sceneggiatura o la stessa regia, non sempre solide e compatte. Il film cerca le sponde della poesia, ma non sempre la trova. Nell’insieme “Alla vita” è consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è indicato per la proiezione ordinaria e per successive occasioni di dibattito.