Orig.: Italia(2014) - Sogg. e scenegg.: Gianni Romoli e Ferzan Ozpetek - Fotogr.(Scope/a colori): Gian Filippo Corticelli - Mus.: Pasquale Catalano - Montagg.: Patrizio Marone - Dur.: 110' - Produz.: Tilde Corsi e Gianni Romoli per R&C Produzioni, Faros Film con RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Kasia Smutniak (Elena), Francesco Arca (Antonio), Filippo Scicchitano (Fabio), Carolina Crescentini (Silvia), Francesco Scianna (Giorgio), Elena Sofia Ricci (Viviana/Dora), Carla Signoris (Anna), Paola Minaccioni (Egle), Giulia Michielini (Diana), Luisa Ranieri (Maricla), Maria Sole Piccinni (Guenda), Alessandro Paticchio . (Giovanni)
Soggetto
In una città della Puglia, Elena sta con Giorgio mentre Antonio è il nuovo ragazzo della sua migliore amica Silvia. Elena e Antonio si conoscono e si evitano accuratemente, sicuri di essere del tutto lontani per carattere e indole. Contro ogni aspettativa invece nasce tra loro un'attrazione bruciante, quasi irrazionale. Passano tredici anni. Elena è sposata con Antonio, ha due figli e nel frattempo ha realizzato insieme all'amico Fabio il sogno di aprire un locale che ha incontrato molto successo in città. Con grande imbarazzo la donna un giorno rivela di avere una grave malattia. Il tumore al seno la costringe al ricovero in ospedale, e obbliga tutti ad affrontare una situazione delicata e imprevista. Elena e i suoi familiari rivedono allora tutta la propria vita, preparandosi a fare i conti con la realtà, con i sogni, con la dura quotidianità degli affetti.
Valutazione Pastorale
"Ho sentito l'esigenza -chiarisce Ozpetek- di raccontare una storia d'amore potente, la passione e le frustrazioni sentimentali, il bisogno a volte inespresso di tenerezza e l'elemento perturbante che sconvolge le vite dei protagonisti, mettendoli di fronte a scelte che cambiano il loro destino e quello di chi li circonda.(...)". All'interno di questa dichiarazione (precisa, nitida, corretta) va collocata la nuova prova del regista italo-turco, incentrata con fermezza sulla nascita di sentimenti amorosi e sull'impossibilità di opporsi agli effetti imprevisti che provocano. Ma se da un lato l'amore è vita, ecco la faccia opposta, la malattia, l'idea della morte che arrivano con altrettanto slancio devastante a chiedere il conto delle nostre azioni. Ozpetek non cambia atteggiamento. Il suo scenario è la vita nelle mille sfaccettature misteriose e imprevedbili, nella gioia e nella tristezza, nella voglia di fare e nella capacità di reagire. Il fatto è che lo sguardo del regista anche stavolta resta attratto dalle suggestioni del melò, nel quale cala a poco a poco ma con decisione al momento di far incontrare amore e morte. La descrizione di entrambi deflagra quando Antonio e Elena hanno un rapporto sul letto d'ospedale di lei: il diapason di una rappresentazione marcata e un po' decadente, efficace e insieme eccessiva, sovraccarica di didascalismo. La regia spinge sul tasto dei sentimenti impossibili da governare in un turbinio di contraddizioni che affascinano e respingono per un certo kitsch sempre in agguato dietro l'angolo. Nella bellissima luce degli esterni tra Lecce e il mare della Puglia scorre il buio di una danza disperata tra i volti inafferrabili dell'esistenza. Un film dalle belle immagini e dall'andamento altalenante che, dal punto di vista pastorale è da valutare come complesso e nell'insieme problematico.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, tenendo conto che alcuni temi significativi sono ben presenti: la famiglia, i figli, il lavoro. Attenzione è comunque da tenere, a motivo del particolare tono narrativo, nei confronti di minori e piccoli anche in vista di passaggi televisvi e di uso di dvd e di altri supporti tecnici.