ALLE CINQUE DELLA SERA

Valutazione
Discutibile, Problematico, dibattiti
Tematica
Conflitti etnici, Donna, Famiglia, Politica-Società, Povertà-Emarginazione
Genere
Drammatico
Regia
Samira Makhmalbaf
Durata
105'
Anno di uscita
2003
Nazionalità
Francia, Iran
Titolo Originale
A cinq heures de l'après midi
Distribuzione
Bim Distribuzione
Musiche
Mohammad Reza Darvishi
Montaggio
Mohsen Makhmalbaf

Orig.: Iran/Francia (2003) - Sogg. e scenegg.: Samira e Moshen Makhmalbaf - Fotogr.(Panoramica/a colori): Ebraim Ghafori - Mus.: Mohammad Reza Darvishi - Montagg.: Mohsen Makhmalbaf - Dur.: 105' - Produz.: Makhmalbaf Filmhouse, Bac Films.

Interpreti e ruoli

Agheleh Rezaee (Noqreh), Abdolgani Jousefrazi, Razi Mohebi.

Soggetto

Nell'Afghanistan di oggi, pur in mezzo ad un quadro di distruzione e di povertà, la giovane Noqreh sente forte il bisogno di affrontare nuove sfide. Così si scopre il viso, indossa scarpe bianche con il tacco e frequenta una scuola dove dichiara apertamente di aspirare a diventare Presidente della Repubblica. Tuttavia la vita quotidiana è quanto mai precaria, a cominciare dalla ricerca di un tetto sotto cui poter dormire. Nel suo piccolo nucleo familiare c'è l'anziano padre, molto religioso, e c'é la cognata, con un piccolo da allattare. Del figlio maschio, andato in guerra, non ci sono notizie. Il vecchio cerca di sapere qualcosa ma poi il gruppo deve mettersi in movimento verso una nuova sistemazione. Noqreh non rinuncia alle proprie idee, si fa fare le fotografie, parla con un soldato francese, cerca di leggere i discorsi di altri presidenti. Quando c'è la conferma che il figlio è morto nello scoppio di una mina sottoterra, i parenti si dirigono fuori città. Dopo molto cammino, il cavallo, stanco, non può più proseguire, il carro viene bruciato, il bambino, denutrito, muore. Il nonno lo seppelisce nel deserto e prega per lui. Poi resta sul posto, mentre gli altri si allontanano.

Valutazione Pastorale

Dopo "La mela" e "Lavagne", il terzo film di Samira, figlia di Mohsen Makhmalbaf, si propone come una ulteriore fotografia, tutta "dal di dentro", di una situazione ambientale e sociale ormai ridotta allo stremo: il succedersi sensa sosta di guerre e bombardamenti ha prostrato una popolazione che ormai ha introiettato la tragedia come condizione quasi abituale. Il lamento é il desolato controcanto sulla fine di un'epoca. Il fideismo è credo profondo e non trattabile. Mentre da un lato affida a Noqreh, alla ragazza che guarda avanti, il ruolo di una donna nuova desiderosa di sapere e di conoscenze, dall'altro il copione diventa la dolente cronaca di un viaggio disperato tra fame e fuga. L'equilibrio tra descrizione e denuncia è tuttavia meno risolto che in passato. In un taglio narrativo semplificato e quasi elementare, la giovane Samira inserisce qualche passaggio un po' troppo ripetuto, e affida alle immagini troppe metafore 'scoperte', quasi un manifesto di rivendicazione, una richiesta di risarcimento. Diviso tra momenti meno convincenti e l'indubbia serietà e drammaticità degli argomenti, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile, problematico e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e proposto in occasioni mirate come punto di partenza per riflessioni sui difficili scenari medio-orientali.

Le altre valutazioni

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