Orig.: Stati Uniti (2016) - Sogg.: basato sull'omonimo romanzo di Philip Roth, vincitore del Premio Pulitzer - Scenegg.: John Romano - Fotogr.(Scope/a colori): Martin Ruhe - Mus.: Alexandre Desplat - Montagg.: Melissa Kent - Dur.: 108' - Produz.: Tom Rosenberg, Gary Lucchesi.
Interpreti e ruoli
Ewan McGregor (Seymour 'Swede' Levov), Dakota Fanning (Merry Levov), Jennifer Connelly (Dawn), Molly Parker (dott.ssa Sheila Smith), Uzo Aduba (Vicky), Rupert Evans (Jerry Levov), David Strathairn (Nathan Zuckerman), Valorie Curry (Rita Cohen), Peter Riegert (Lou Levov), Hannah Nordberg (Merry Levov a 12 anni), Ocean James (Merry Levov a 8 anni), David Whalen (Bill Orcutt), Julia Silvermann (Sylvia Levov), Corrie Danieley . (Jesse Orcutt)
Soggetto
Presentatosi controvoglia ad una riunione tra ex compagni di scuola. Nathan Zuckerman apprende per caso della morte di Seymour Levov detto 'lo svedese' e si fa raccontare la sua storia...
Valutazione Pastorale
Il punto di partenza è l'omonimo romanzo scritto da Philip Roth, vincitore del Premio Pulitzer nel 1997. L'autore si concentra sul suo protagonista, Seymour Levov, ebreo benestante e integrato, biondo, sportivo, erede di una fabbrica di cappelli nota e apprezzata in molte parti del mondo. La parabola di Seymour inizia nell'America del dopoguerra piena di entusiasmo e di grandi prospettive. Il giovane, dopo aver faticato non poco, corona il sogno di sposare l'amata Dawn e poco dopo nasce la figlia Merry. La quale, ponendosi come l'antagonista inattesa del padre, diventa il vero motore del racconto. E' attraverso di lei che Seymour è (quasi) costretto a vivere sulla propria pelle i molti avvenimenti che agitano la storia americana, a cominciare dal Vietnam, una guerra mai digerita e che porta Merry ad abbracciare atteggiamenti di forte contestazione. Proprio mentre cerca di contrastare questa azione di disturbo, Seymour fa i conti con la forza d'urto del carattere della figlia. Ed è uno scontro dal quale il padre esce sconfitto. Nella resa incondizionata di Seymour va visto il tramonto di quel 'sogno americano' che era stato il biglietto da visita degli Stati Uniti nel mondo. La fine di una favola. Questa amara parabola è raccontata con toni amari e di oggettiva tristezza. L'impressione è che la pagina scritta sia stata in grado di restituire con maggiore drammaticità e realismo la tragedia vissuta da Seymour e Dawn. La messa in scena di McGregor invece, nonostante gli sforzi, non va al di là di una elegante illustrazione, ben fatta e impeccabile ma priva di autentico pathos. Molti passaggi risultano alquanto sottotono e vissuti con poca tensione emotiva. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive situazioni come occasione per un importante confronto tra cinema e narrativa.