Orig.: Italia (1999) - Sogg. e scenegg.: Vincenzo Salemme - Fotogr.(Panoramica/a colori): Mauro Marchetti - Mus.: Pino Daniele - Montagg.: Patrizio Marone - Dur.: 90' - Produz.: Vittorio Cecchi Gori.
Interpreti e ruoli
Vincenzo Salemme (Bruno), Mandala Tayde (Roberta), Carlo Buccirosso (Carlo), Maurizio Casagrande (Fortunato), Nando Paone (Centocelle), Biagio Izzo (Biagio), Tosca d'Aquino (Nina), Francesca Antonelli (Ombretta)
Soggetto
Bruno, unico figlio maschio del boss napoletano Natale, é viziatissimo e tutti lo trattano come un principe. E' fidanzato con la bellissima Roberta, figlia del boss siciliano Antonio, con cui tra breve si sposerà. Bruno fa molte conquiste femminili, mette in mostra una virilità inesauribile e a questa fatica i suoi due fidati scagnozzi attribuiscono la malattia che lo ha colpito agli occhi, costringendolo ad un trapianto di cornea per conservare la vista. Gli organi necessari sono quelli di Nina, giovane morta in un incidente di macchina e già sposa felice del maggiore dei carabinieri Fortunato Cipolletta. Quando l'operazione finisce, la vita sembra tornare come prima. Ma un giorno, mentre corre sul lungomare in compagnia delle guardie del corpo, Bruno vede Fortunato, lo raggiunge e non può fare a meno di dirgli "Ciao, amore". Com'è possibile che sia diventato all'improvviso omosessuale? e come farà a dirlo a Roberta, al padre, alla madre? Gli unici con cui si può confidare sono i due amici sempre presenti che, tra tanti sfottò, si preoccupano perché l'uomo in questione é un rappresentante della legge. Arriva il giorno del matrimonio, e gli sposi sono davanti al sacerdote nel grande prato della villa. Da lontano, in grande uniforme, arriva sul cavallo Fortunato. Bruno lo raggiunge, i due stanno per scappare, quando Bruno si sveglia nel letto d'ospedale. Era stato tutto un sogno. Alla porta si affaccia un giovane carabiniere, chiede scusa per avere sbagliato stanza. E Bruno sospira: "Che peccato".
Valutazione Pastorale
Il secondo film di Vincenzo Salemme, attore/autore del copione/regista, riprende molti dei temi già presenti nel titolo d'esordio "L'amico del cuore": una delicata operazione chirurgica, la bugia, il travestimento, l'equivoco, il sogno. Si tratta di un repertorio che Salemme ha appreso nei lunghi anni di attività teatrale a fianco di Eduardo. Anche gli attori che circondano il protagonista sono sciolti, dinamici, spontanei e restituiscono un clima tipico di molto repertorio partenopeo. Ma la mimica non sempre é sufficiente a compensare gli scompensi della storia, che é esile, un po' ripetitiva e mostra il fiato corto quando non sono in scena i personaggi principali. Il clima insomma é quello dell'avanspettacolo, e si pensa forse, più che ad Edoardo, a Peppino De Filippo, di cui però non si raggiunge l'alta lezione di maschera comico-tragica. Il tono farsesco ingloba tutto, anche il modo leggero e frivolo di trattare l'omosessualità. Nell'insieme, dal punto di vista pastorale, si resta a livello del futile (non sembrando opportuno dare peso a motivi positivi o negativi), col contorno di molte grossolanità.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, ben tenendone presenti il taglio e i contenuti.