Orig.: Francia (2002) - Sogg. e scenegg.: Claude Lelouch, Pierre Leroux, Pierre Vytterhoeven - Fotogr. (Scope/a colori): Pierre William Glenn - Mus.: Michel Legrand - Montagg.: Hélène de Luze - Dur.: 133' - Produz.: Claude Lelouch.
Interpreti e ruoli
Jeremy Irons (Valentin), Alessandra Martines (Francoise), Patricia Kaas (Jane Lester), Thierry Lhermitte (Thierry), Jean Marie Bigard (dott.Larry/il farmacista), Claudia Cardinale (contessa Falconetti), Amidou (l'ispettore), Sylvie Loeillet (Soleil), Stephane Ferrara (Sam Hernandez)
Soggetto
Valentin, ladro gentiluomo, dopo aver messo a segno una serie di colpi tra Londra e la Francia, arriva nella località balneare di Fecamp. Qui si imbarca su un veliero e fa rotta verso il Marocco. Nel paese marocchino ben presto accusa malesseri diffusi che non gli permettono di condurre vita normale. Nel lussuoso albergo dove alloggia, conosce Jane, cantante di pianobar approdata in Africa per dimenticare (senza riuscirci) alcune dure delusioni sentimentali. Anche Jane non è sempre presente a se stessa, afflitta da preoccupanti amnesie. Conosciutisi meglio, Jane e Valentin avviano una relazione che deve fare i conti con la constatazione che lui ha un tumore al cervello e che resta implicato anche in un furto di gioielli avvenuto nell'albergo ai danni della contessa Falconetti. Invitato a curarsi, Valentin accetta di entrare in ospedale, si opera e riesce a guarire. Stavolta Jane e Valentin possono partire per provare a cominciare una vita insieme.
Valutazione Pastorale
A raccontarla come sopra, la trama sembra facile e quasi banale. Ma si tratta di Lelouch, ed ecco allora che il tempo della narrazione cambia, si rovescia, si frantuma in mille pezzi come uno specchio dopo la caduta. I fatti (pochi, appunto) cambiano collocazione, si rincorrono e si sovrappongono in una sorta di giostra, di puzzle in cui ogni parte fatica a trovare il posto giusto. E' il cinema, é la vita, secondo Lelouch: un giocattolo, il primo, da plasmare e modellare secondo infinite possibilità ma sempre nella dimensione dell'ariosità, dello spazio, dell'unione tra immagine e musica; un'avventura, la seconda che ogni volta riparte da "Un uomo, una donna", da cui Lelouch non si è più mosso e che ha rivisitato, allargato, sviscerato da tutti i punti di vista. Un uomo, una donna, la vita, il cinema: é qui il film, crepuscolare, patinato, elegante, amarognolo, ammiccante; é qui la vita, che filtra in un racconto incentrato sull'oblio del tempo, sulla morte, sulla ricerca dell'ignoto, sulla vita come dono che non si può rubare. Il sogno dell'amore ideale, della follia, di una canzone che fa memoria. Il dramma quindi si stempera nella commedia, ma non per questo temi importanti vengono nascosti. Perciò il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile, problematico e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria con attenzione per la presenza di minori. Da proporre anche in occasioni mirate per riflettere sul rapporto cinema/musica/letteratura, sul cinema cosiddetto della 'leggerezza'.