Orig.: Francia (2013) - Sogg. e scenegg.: Thierry de Peretti, Benjamin Baroche - Fotogr.(Normale/a colori): Hélène Louvart - Mus.: Cheveu - Montagg.: Pauline Dairou - Dur.: 82' - Produz.: Igor Alexis Wojtowicz - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.
Interpreti e ruoli
Aziz El Addachi (Aziz), Hamza Mezziani (Hamza), Francois Joseph Cullioli (Francois Jo), Joseph Ebrard (Jo), Maryne Cayon (Maryne), Andréa Brusque (Pascale), Henri Noel Tabary (Jean Si), Danielle Arbid (Sophie), Michel Ferracci . (Bati)
Soggetto
Città balneare di Porto Vecchio, Corsica, oggi. In una sera d'estate, il giovane Aziz porta alcuni amici nella villa dove il padre lavora come custode. Il gruppetto trascorre la notte indisturbato e la mattina, al momento di andare via, ruba oggetti vari e alcuni fucili da collezione. Tornati da Parigi, i proprietari mettono sotto accusa il custode, che a sua volta chiede spiegazioni al figlio. Messo alle strette, Aziz confessa i fatti, ma non ne valuta le conseguenze. Gli amici infatti non hanno gradito la sua iniziativa, lo incalzano e, durante una notte, uno di loro, Hamza, usando un fucile rubato, gli spara e lo uccide. Il corpo viene seppellito in una zona solitaria. Da quel momento però la vita per i ragazzi non è più la stessa...
Valutazione Pastorale
Per il suo primo film Thierry de Peretti (nato ad Ajaccio) è partito da un tragico fatto di cronaca: tre giovani ne uccidono un altro e lo seppelliscono nel bosco. Tutti provengono dalla cittadina di Porto Vecchio e dalle sue periferie; due nativi della Corsica, due Corsi di origine marocchina. Le indicazioni servono a creare le premesse dei fatti: la Corsica vive di molte contraddizioni, non quella ottocentesca delle vendette e dell'onore ma quella più recente, originata dalla fine della guerra d'Algeria quando l'incontro sul territorio tra francesi reduci all'Africa e magrebini ha delineato quel quadro di tensioni e contrasti tuttoggi esistente. Le generazioni più giovani pagano il prezzo dell'assenza di valori e di punti di riferimento. Su un fatto autentico, il regista getta un'occhio aspro, secco, risentito. Crea un effetto di realtà metaforica, di documento ibrido con toni stranianti che culmina nella sequenza finale, ambigua e intrigante nel rimpallo di sguardi dentro e fuori l'immagine. Con l'intento di non fermarsi ai colpevoli previsti ma di leggere il vissuto in modo più ampio. Ritratto acerbo, scavato, sofferto, per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e in seguito in occasioni mirate come avvio alla riflessione sui molti argomenti proposti dalla storia. C'è il divieto ai minori di 14 anni, e quindi molta attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.