Orig.: Messico (2000) - Sogg.: ispirato alla tragedia "Medea" di Euripide - Scenegg.: Paz Alicia Garciadiego - Fotogr.(Panoramica/a colori): Guillermo Granillo - Mus.: David Mansifield, Leoncio Lara - Montagg.: Carlos Puente - Dur.: 90' - Produz.: Laura Imperiales, Jorge Sanchez, Alvaro Garnica per Filmania - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.
Interpreti e ruoli
Arcelia Ramirez (Julia), Luis Felipe Trovar (Nicolas), Patricia Reyes Spindola (Adela), Ernesto Yanez (Marrana), Francesca Guillen (Raquel), Martha Aura (Paciente), Daniela Carvajal . (Hija)
Soggetto
Julia vive nei sobborghi di Città del Messico e per mantenere se stessa, suo marito e i due figli piccoli esercita abusivamente una specie di medicina alternativa e procura all'occorrenza aborti clandestini. Un giorno suo marito la lascia per un'altra donna più giovane. Julia sente il mondo crollarle addosso. Per di più il padrone di casa le intima lo sfratto, e così la donna non ha più nemmeno un posto dove vivere. Ormai le rimangono solo i due figli. Per loro il dolore e la tristezza che aveva sentito in un primo momento lasciano il posto al rancore e al desiderio di vendetta. Julia decide di reagire, di non lasciare che il gesto del marito rimanga privo di conseguenze. Allora comincia a dare corso al proprio piano. Appiccando il fuoco alla casa, provoca la morte del marito e della fidanzata. In un gesto folle tra realtà e immaginazione, Julia prosegue poi provocando la morte violenta dei due figli piccoli. Placata la propria furia omicida, Julia esce dal caseggiato, prende un taxi e si allontana.
Valutazione Pastorale
Il soggetto é, come si dice in questi casi, liberamente tratto dalla tragedia "Medea" di Euripide. La cornice é quella messicana, più consona al regista Ripstein, nato appunto in Messico nel 1943 e segnalatosi per titoli quali "Profundo Carmesi" caratterizzati da una violenza istintiva e primordiale, mostrata senza risparmio alcuno. Lo stesso taglio mantiene questo copione, che prende Julia a prototipo delle numerose donne messicane costrette a vita di fatica e di stenti, e capaci di ribellioni senza freni quando decidono di reagire. E', o dovrebbe essere, la storia di una catena di vendette contro il Fato avverso, in una sorta di predestinazione e di giustizia 'giusta', anche se affidata all'omicidio, perché senza alternative. Se la tragedia greca diventa lo scenario dell'estremo dolore umano di fronte al mistero della vita e della morte, in Ripstein l'insistere sui particolari ( il sangue, i corpi ammazzati...) diventa compiaciuta provocazione del 'far vedere', con toni didascalici e quasi moraleggianti. La tragedia é elencata nel numero dei morti, ma mai veramente vissuta. Incombe un relativismo di fondo che lascia uomini e donne soli con se stessi e con la propria ansia distruttiva. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inaccettabile e nell'insieme negativo.
UTILIZZAZIONE: é da evitare sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze. Attenzione per i minori in occasione di passaggi televisivi (il film ha il divieto ai minori di 14 anni).