In Concorso alla 79a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (2022)
Interpreti e ruoli
Dali Benssalah (Abdel), Sami Slimane (Karim), Anthony Bajon (Jérôme), Alexis Manenti (Sébastien), Ouassini Embarek (Moktar)
Soggetto
Francia oggi, alla morte di un minore nel caseggiato-ghetto Athena, un’uccisione la cui responsabilità viene addossata alla Polizia, esplode nella comunità abitativa una violenta protesta. A tentare di contenere la rivolta è il trentenne Abdel, che oltre a lavorare tra le fila della Polizia è anche il fratello della vittima. Sull’onda di una povertà che morde il fianco e di un’integrazione culturale mai del tutto raggiunta, la situazione di Athena vira verso la tragedia. Irreparabilmente…
Valutazione Pastorale
Il quarantenne Romain Gavras, figlio del noto Costa-Gavras, partecipa in Concorso a Venezia79 con “Athena”, una produzione targata Netflix (film in piattaforma dal 23.09.22): si tratta di un racconto sociale potente e incalzante che esplora la precarietà della periferia francese, occidentale tutta, un luogo dove vive un’umanità scartata, pronta a sollevarsi per esasperazione. Un film che assume i contorni di un pericoloso deragliamento del nostro presente, proprio come aveva tratteggiato il messicano Michel Franco in “Nuevo Orden”, in gara al Lido nel 2020.
La storia. Francia oggi, alla morte di un minore nel caseggiato-ghetto Athena, un’uccisione la cui responsabilità viene addossata alla Polizia, esplode nella comunità abitativa una violenta protesta. A tentare di contenere la rivolta è il trentenne Abdel (Dali Benssalah), che oltre a lavorare tra le fila della Polizia è anche il fratello della vittima. Sull’onda di una povertà che morde il fianco e di un’integrazione culturale mai del tutto raggiunta, la situazione di Athena vira verso la tragedia. Irreparabilmente…
Scritto da Romain Gavras, Ladj Ly (suo è “Les Misérables” del 2019) e Elias Belkeddar, il film “Athena” fa convergere i riferimenti culturali della tragedia greca con le brucianti fratture del nostro presente, scandagliando quelle periferie abbandonate a se stesse dove non c’è traccia né di Stato né di futuro. A colpire è soprattutto la regia di Gavras, potente e vigorosa, che giova di una freschezza visiva tipica dei formati brevi, dei videoclip. A ben vedere forse non tutto torna del film, appesantito da qualche furbizia narrativa qua e là, ma nell’insieme l’opera dimostra ritmo e incisività nonché riverberi sociali di indubbio interesse. Complesso, problematico, per dibattiti.
Utilizzazione
Film adatto per la programmazione ordinaria e per ulteriori occasioni di dibattito. Per i temi in campo, è indicato per adulti e per adolescenti accompagnati.