Orig.: Francia (2002) - Sogg.: tratto dal romanzo "Summer things" di Joseph Connolly - Scenegg.: Michel Blanc - Fotogr.(Panoramica/a colori): Sean Bobbit - Mus.: Mark Russell - Montagg.: Marilyn Monthieux - Dur.: 90' - Produz.: Enzo Porcelli, Julie Bains.
Interpreti e ruoli
Charlotte Rampling (Elisabeth), Jacques Dutronc (Bertrand), Lou Dillon (Emily), Michel Blanc (Jean-Pierre), Carole Bouquet (Lulu), Denys Podalydes, Clotilde Courau, Karin Viard
Soggetto
Due coppie parigine stanno per partire per un periodo di vacanza in una cittadina di mare. All'ultimo momento però Betrand decide di rinunciare, e la moglie Elisabeth invita l'amica Julie, che ha una bambina piccola. La prima coppia vive un momento di gravi difficoltà economiche e prende alloggio in un camper sul mare, cercando di non fare sapere niente agli altri. Rimasto a Parigi, Betrand, che ha avuto una storia con Julie, accoglie in casa e nel proprio letto un giovane di colore che lavora nel suo ufficio. Mentre Evelyn, la figlia ancora minorenne di Betrand e Elisabeth, si diverte in America dove è andata con Kevin, un altro dipendente del padre dopo aver detto che partiva con un'amica, al mare Julie incontra Maxim, seduttore di professione, va subito nella sua stanza e crede di aver trovato il grande amore. In albergo c'è poi un'altra coppia formata da Loulou e dal marito Jean Pierre, geloso di lei fino alla pazzia. Succede in seguito che Jerome, il marito della coppia in difficoltà, disperato prova ad uccidersi, e che suo figlio Luc, adolescente, entra una notte nella stanza di Elisabeth e fa con lei le sue prime esperienze. Finita la vacanza, tutti tornano a casa. Pochi giorni dopo Elisabeth organizza una festa dove si ritrovano le stesse persone. Jean Pierre, che da in escandescenze, viene arestato; la coppia in difficoltà finalmente rivela i propri guai; Kevin viene licenziato; Bertrand di nuovo accompagna Julie a casa, e finirà per salire da lei.
Valutazione Pastorale
Si tratta di una commedia insopportabilmente snob e artificiosa. Tutto è condotto all'insegna di un falso disincanto e di una sgradevole 'naturalezza'. Più cerca di essere disinvolto e conviviale, più il copione si diverte cinicamente a rompere gli schemi, inventando incroci di coppie che sfociano nel gusto del torbido e della perversione. Così il racconto, mentre irride alla vita quotidiana e ai suoi veri problemi (anche di coppia), si guarda allo specchio e si diverte a costruire situazioni dove domina il sesso in forme malate e degradanti. Prendendo tutto sguaiatamente in giro e abbandonandosi al fatalismo dei vizi come unico antidoto ad una vita priva di senso, il film crea insoddisfazione, rassegnazione, repulsione. Un repertorio senza fondamento morale che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come inaccettabile e del tutto negativo.
UTILIZZAZIONE: l'utilizzazione é da escludere sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze.