BAD BOY BUBBY

Valutazione
Inaccettabile, Aberrante
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Rolf De Heer
Durata
110'
Anno di uscita
1994
Nazionalità
Australia
Titolo Originale
BAD BOY BUBBY
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Rolf De Heer
Musiche
Graham Tardif
Montaggio
Suresh Ayyar

Sogg. e Scenegg.: Rolf De Heer - Fotogr.: (scope/a colori) Ian Jones - Mus.: Graham Tardif - Montagg.: Suresh Ayyar - Dur.: 110' - Coproduz.: Bubby Pty, Adelaide - Fandango, Roma

Interpreti e ruoli

Nick Hope (Bubby), Claire Benito (Mom), Ralph Cotterill (Pop), Carmel Johnson (Angel)

Soggetto

segregato, terrorizzato ed usato come oggetto sessuale dalla madre, una bigotta tanto ipocrita quanto repellente, il trentacinquenne Bubby, un uomo mentalmente disturbato, si rivale seviziando un gatto. Poi per l'improvviso arrivo dello sconosciuto padre, un predicatore, elimina i genitori soffocandoli con un sacchetto di plastica, dopo aver fatto lo stesso col gatto. Superato il terrore del mondo esterno, inculcatogli dalla madre, incontra l'Esercito della Salvezza, che lo rifocilla, ed una compiacente volontaria lo seduce, al canto del suo inno preferito. Bubby assimila modi e voci del mondo circostante: le imprecazioni di un operaio che sega un albero, i salti di un bimbo, il latrato di un cane. Raccolto da una band rock, rivela, vedendo le foto dei genitori, di essere il "killer della plastica". La band non lo tradisce e lo affida ad un gay. Arrestato per aver infastidito una donna, viene violentato da un detenuto, e dimesso riceve una lezione di materialismo ed ateismo dall'organista di una Chiesa dove è entrato. Ossessionato dai seni materni e preso a calci dalle amiche di una bionda da lui importunata, si rifugia a piangere sulla sagoma in gesso della madre, nella sua vecchia stanza. Vestiti i panni del padre ed assuntone il nome, Pop, si rifugia al porto dove adotta un piccolo gatto. Ritrovata la band si improvvisa cantante riscuotendo un insperato successo. Morto anche il gatto ad opera di teppisti, incontra una ragazza disabile e decifrandone il linguaggio disarticolato stupisce l'infermiera, che lo porta al suo centro assistenza, dove viene adottato da tutti e intreccia una relazione con Angel, un'assistente che gli ricorda la genitrice per i grandi seni. Costei lo porta dai propri genitori, che la trattano duramente e Pop elimina anche loro. Dopo una lezione di nichilismo storico ed umanesimo agnostico ad opera del leader della band, Pop si esibisce con una bambola gonfiabile dagli enormi seni di fronte ad un pubblico sempre più entusiasta. Infine sposa Angel e mette al mondo due figli.

Valutazione Pastorale

incesto, vilipendio aperto e subdolo dei valori religiosi e morali, turpiloquio, oscenità, scene erotiche o volgari, scabrosità, sono i valori “etici” che si ricavano da questo livido e ridondante grottesco-noir, diretto con indubbio mestiere dall'australiano Rolf De Heer, le cui evidenti origini fiamminghe si riflettono in certi toni lividi e contorti delle immagini, o nel claustrofobico grigiore o nel grottesco stupore di certe maschere. La provocatoria vicenda, raccontata con un tono che oscilla quasi sempre tra il riso beffardo ed il sogghigno sarcastico, non manca di pagine di alto spessore cinematografico. Certi notturni, certi paesaggi urbani, certi passaggi rivelano certamente l'uomo di cinema di vaglia. Ma la complessità ed il potenziale esplosivo della materia, anzichè stimolare un linguaggio sobrio che risulterebbe forse ancora più agghiacciante ed efficace, scatenano la fantasia del regista che dissacra e smembra qualsiasi valore, sentimento, religione o ideologia. Cosa si salva, da questa distruzione simbolica del "sistema"? Il rapporto con i più deboli, gli handicappati, visti come agnelli innocenti in mezzo ad un branco di feroci, nevrotici, ipocriti predatori, che tutto calpestano, umiliano, sfruttano fisicamente e moralmente: stando alla visione del regista, gli unici ad opporsi a questa funesta legione sono i portatori di handicap e chi ha cura di loro, fiancheggiati da un comprensivo "popolo del rock".

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