Orig.: Messico/Belgio/Francia/Germania (2004) - Sogg. e scenegg.: Carlos Reygadas - Fotogr.(Panoramica/a colori): Diego Martinez Vignatti - Mus.: John Tavener - Montagg.: Adoracion G. Elipe, Benjamin Mirguet, Carlos Reygadas, Nicolas Schmerkin - Dur.: 104' - Produz.: Philippe Bober, Susanne Marian, Carlos Reygadas, Jaime Romandia - VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
Interpreti e ruoli
Marcos Hernandez (Marcos), Anapola Mushkadiz (Ana), Berta Ruiz (moglie di Marcos), David Bornstien (David), Rosalinda Ramirez (Viky), El Abuelo (capo della polizia), Alejandro Mayar (ispettore di polizia), Estela Tamariz (Ines), Diego Martinez Vignatti . (calciatore)
Soggetto
A Città del Messico il 50enne Marcos fa l'autista al servizio di un generale. Per raggranellare qualche altro soldo, decide di rapire il nipotino della sua padrona. Succede che il piccolo muore in una circostanza accidentale, e i due non sanno come comportarsi. Marcos, che spesso accompagna Ana, figlia del generale, in un appartamento dove lei, insieme ad altre, si prostituisce, riesce a sua volta ad avere un rapporto intimo con lei, e, dopo, le confida la propria imbarazzante situazione. Aspramente rimproverato dalla moglie, Marcos torna da Ana e, dopo qualche esitazione, la lascia accoltellata senza vita. Poi, in preda ai sensi di colpa, decide di partecipare in ginocchio alla importante processione religiosa che sta attraversando le strade della capitale. Ma ormai per lui la salvezza é impossibile.
Valutazione Pastorale
Un dramma? Un melodramma? Un iperrealismo denso di ambizioni? Un accumulo di elucubrazioni intellettuali mascherate da 'luci rosse'? Certi registi messicani, nello sforzo di raggiungere e superare i colleghi spagnoli, fanno a gara nel reiterare una formula narrativa già da tempo logora e stantia: si prende un contesto realistico (strade, piazze, quartieri, feste), lo si fa scontrare con un'azione delittuosa che crea rimorsi, e poi si frulla il tutto nello stonato ma sempre pagante accostamento tra erotismo e dimensione spirituale. Ben contento di avere appagato le proprie attese voyeuristiche, lo spettatore può concedersi al gioco dei simboli, dei rinvii, della metafora, alla sfida di un liguaggio cinematografico che meriterebbe attenzione se non si svendesse sulle banalità dell'estetismo e dell'autocompiacimento. Insufficiente e approssimativa la parte dedicata alla ricerca di espiazione del protagonista, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come inaccettabile, e nell'insieme negativo.
UTILIZZAZIONE: é da evitare sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze. Nonostante il divieto ai minori di 18 anni, molta attenzione é da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.