Interpreti e ruoli
Pedro Alonso (Berlino), Tristan Ulloa (Damián Vázquez), Michelle Jenner (Keila), Begoña Vargas (Cameron), Julio Peña Fernández (Roi), Joel Sánchez (Bruce), Samantha Siqueiros (Camille Polignac), Julien Paschal (François Polignac), Itziar Ituño (Raquel Murillo Fuentes), Najwa Nimri (Alicia Sierra Montes)
Soggetto
Nella capitale francese il ladro Berlino riunisce un team di ladri professionisti per un colpo di gioielli del valore di 44 milioni di euro in una prestigiosa casa d’aste. A complicare però le cose sono il fattore cuore, l’incontro di Berlino con Camille (Samantha Siqueiros), e le irrequietezze caratteriali-sentimentali dei membri della banda…
Valutazione Pastorale
Heist Movie. È il genere cinematografico dedicato a storie di ladri e colpi sensazionali, che nel cinema italiano vede capofila “I soliti ignoti” (1958) di Mario Monicelli, mentre a livello internazionale “Rapina a mano armata” (1956) di Stanley Kubrick. Tale genere, negli ultimi due decenni, è stato ampiamente sviluppato tra cinema e serialità: basta citare a Hollywood il ciclo “Ocean’s” (2001-07) firmato Steven Soderbergh, e a livello di piattaforme “La casa di carta” (“La casa de papel”, 2017-21) di Álex Pina, divenuta un fenomeno globale grazie a Netflix, e la più recente “Everybody Loves Diamonds” (2023) su Prime Video diretta da Gianluca Maria Tavarelli. Dallo scorso 29 dicembre Netflix ha rilasciato “Berlino”, serie nata come spin-off della “Casa di carta”, approfondendo il noto personaggio interpretato da Pedro Alonso, a dire il vero morto nella prima stagione della popolare serie Tv.
La storia. Nella capitale francese il ladro Berlino riunisce un team di ladri professionisti per un colpo di gioielli del valore di 44 milioni di euro in una prestigiosa casa d’aste. A complicare però le cose sono il fattore cuore, l’incontro di Berlino con Camille (Samantha Siqueiros), e le irrequietezze caratteriali-sentimentali dei membri della banda…
È una tendenza della nostra vita spettatoriale oggi: facciamo fatica a lasciar andare personaggi e storie di successo, e i grandi player dell’audiovisivo hanno compreso la portata economica di tale affezione dando vita a una sequela inarrestabile di spin-off, prequel e sequel. Per intendere, è l’indotto di serie Tv targate Disney+ dal fenomeno “Star Wars” oppure il ciclo-prequel “House of the Dragon” Hbo nato sulle ceneri del cult “Il Trono di Spade (2011-19). È accaduto questo anche in casa Netflix con “La casa di carta”: dopo cinque stagioni di successo tra il 2017 e il 2021 è stato ha messo in cantiere un capitolo monografico su uno dei personaggi più memorabili, il ladro brillante ed edonista Berlino. A lui è dedicato uno spin-off che riguarda le sue imprese poco prima del noto colpo alla Zecca di Stato a Madrid. A firmare la serie “Berlino” (8 episodi da 45-60 minuti) è sempre Álex Pina con Esther Martínez Lobato; i registi sono Albert Pintó, David Barrocal e Geoffrey Cowper.
La serie “Berlino” si muove su un terreno collaudato, sicuro, ossia il medesimo impianto narrativo della “Casa di carta”. Emerge chiaramente una dimensione visiva, una messa in scena, molto curata, sofisticata, lasciando intendere un generoso investimento di fondo; qualche problema però si evidenzia a livello narrativo, perché l’impianto della storia e la dinamica dei singoli episodi risultano spesso deboli e poco consistenti, con soluzioni tese più alla spettacolarizzazione che alla verosimiglianza. La serie trova fascino ancora una volta grazie al personaggio di Berlino; le caratterizzazioni dei comprimari funzionano sì, ma sembrano quasi la copia carbone di quelli della “Casa di carta”. Bene, dunque, ma non proprio benissimo: oltre a un’atmosfera elegante, un cast indovinato e valide soluzioni visive, a dare spessore serve però un racconto ben strutturato e scritto. Serie consigliabile, problematico-semplice.