Orig.: Italia (2014) - Sogg.: Marcello Mazzarella - Scenegg.: Pasquale Scimeca - Fotogr.(Scope/a colori): Duccio Cimatti - Mus.: Marco Biscarini - Montagg.: Francesca Bracci - Dur.: 90' - Produz.: Arbash - FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA 2014, CINEMA D'OGGI.
Interpreti e ruoli
Marcello Mazzarella (fra' Biagio), Vincenzo Albanese (Rosario), Renato Lenzi (pastore), Omar Noto (Giovanni), Doriana La Fauci (Salvatore), Silvia Francese (madre di Biagio), Salvatore Schembari (Valeria), Michelangelo Balistreri (Michele), Santo D'Aleo (Nicola), Attilio Ferrara . (fra' Paolo)
Soggetto
Nella Palermo contemporanea, Biagio Conte lascia una famiglia benestante (genitori e sorella) per cominciare dal basso una nuova vita. Dapprima si rifugia sulle montagne, conosce il pastore Rosario con il figlio Salvatore, con loro impara ad accudire le pecore e a vivere con poco. Affrontati e superati mmomenti di forte crisi, Biagio sente di dover continuare la propria ricerca all'interno della città. Rientra dunque a Palermo, comincia a frequentare tutte quelle zone nelle quali il degrado e l'abbandono sociale sono più evidenti. Fonda la Missione Speranza e Carità che assiste poveri e bisognosi e ancora oggi, a distanza di quasi venti anni, coinvolge uomini e donne di ogni ceto sociale.
Valutazione Pastorale
Biagio Conte è figura vera, uomo come noi e tra noi che ad un certo punto ha voluto provare a dare un senso differente alle situazioni di disagio che vedeva intorno a sé. Andare incontro ai bisognosi per aiutarli nelle loro sofferenze: talvolta nate come risultato di problemi non meramente economici ma interiori, di ansia esistenziale. Biagio si fa portavoce di una ricerca spirituale che cerca la presenza di Dio attraverso la mediazione di Francesco. Il cammino, il contatto con la natura, la sosta per dialogare e scambiare in comune un pezzo di pane; e poi lo sguardo in alto a cercare un segno, un contatto, una risposta; l'intenzione di affidarsi a Cristo, di sentirlo e vederlo in ogni essere umano che soffre, che arranca nel mare della vita. Scimeca lo dice con sincerità: "Io, purtroppo, non ho ancora il dono della fede, ma una cosa è certa: i giorni passati alla Missione in compagnia di Biagio hanno cambiato la mia vita". Questa generosa ansia di ricerca, da niente obbligata, priva di orpelli devozionali o agiografici, emerge dal racconto, illuminato da una regia diretta, intensa, addolcita da una semplicità scoperta e indifesa. Un film spoglio e nudo come Francesco che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prodotto in grado di offrire numerosi spunti sul rapporto cinema e spiritualità contemporanea.