Orig.: Messico/Spagna/Stati Uniti (2009) - Sogg. e scenegg.: Alexandro Gonzalez Inarritu da una propria storia - Fotogr.(Panoramica/a colori): Rodrigo Prieto - Mus.: Gustavo Santaolalla - Montagg.: Stephen Mirrione - Dur.: 138' - Produz.: Alexandro Gonzalez Inarritu, Jon Kilik, Fernando Bovaira.
Interpreti e ruoli
Javier Bardem (Uxbal), Maricel Alvarez (Maramba), Eduard Fernandez . (Tito), Ruben Ochandiano (Zanc), Cheng Tai Shen (Hai), Luo Jin (Liwei), Hanna Bouchaib (Ana), Diaryatou Daff (Ige), Guillermo Estrella . (Mateo)
Soggetto
In un quartiere malfamato alla periferia di Barcelona, Uxbal vive con due attività: da una parte si fa pagare per mettersi in contatto con i defunti, dall'altra agisce come intermediario tra la malavita cinese e i clandestini africani. Quando il medico gli diagnostica un tumore irreversibile. Uxbal deve fare i conti con i due figli piccoli e con la loro mamma Maramba, donna disturbata e in preda a isterie.
Valutazione Pastorale
Dice Inarritu che si tratta di "...un film sulla paternità - sulla paura di perdere un padre, di essere padre e su quel momento in cui cominci a diventare il tuo proprio padre e i tuoi figli cominciano a diventare te. E' sulla perdita - perché alla fine noi siamo anche quello che abbiamo perso. Volevo distruggere l'illusione e rivelare la verità attraverso l'inequivocabile impatto dell'intimità. (...)". E' nelle situazioni estreme che Inarritu ama soprattutto muoversi. Uxbal è un uomo in caduta libera, che cammina sempre sul filo del rasoio, sapendo di pendere dalla parte del baratro. Si dovrebbe dire che la Barcellona scelta come sfondo é il suo completamento (quella di Woody Allen é la stessa ?): degrado, disordine, povertà, criminalità, droga. La corruzione é l'unico motore possibile. Il regista pigia a fondo sul pedale di un dramma che scorre compatto, senza un attimo di tregua. Tutto è buio, tutto è oscuro, tutto è desertificato: la morte incombe sui cinesi ammassati e ora su di lui. Forse il suo gesto d'amore verso i figlioletti é uno spiraglio di luce. Forse. C'è un accumulo di polarità negative a pesare un po' troppo sul vesante drammaturgico del copione. Inarritu ne perde in realismo e in forza descrittiva. 138' compongono una visione restringente e ansimante. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, meglio, in occasioni mirate di rassegne, per avviare riflessioni sui temi atuali che propone. Molta attenzione é da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di DVD o di altri supportin tecnici.