BLACKOUT

Valutazione
Inaccettabile, negativo
Tematica
Male, Tematiche religiose
Genere
Thriller
Regia
Abel Ferrara
Durata
95'
Anno di uscita
1997
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
THE BLACKOUT
Distribuzione
Cecchi Gori Distribu-zione
Soggetto e Sceneggiatura
Marla Hanson, Christ Zois, Abel FerraraMarla Hanson, Christ Zois, Abel Ferrara
Musiche
Joe Delia
Montaggio
Anthony Redman

Sogg e Scenegg.: Marla Hanson, Christ Zois, Abel Ferrara - Fotogr.: (Panoramica/a colori) Ken Kelsch -Mus.: Joe Delia - Montagg.: Anthony Redman - Dur.: 95' - Produz.: Edward R.Pressman, Clayton Townsed Vietato ai minori di 18 anni.

Interpreti e ruoli

Matthew Modine (Matty), Dennis Hopper (Mickey), Claudia Schiffer (Susan), Beatrice Dalle (Annie 1), Sarah Lassez . (Annie 2)

Soggetto

Il giovane Matty è una famosa star del cinema, da tempo dedito alla droga e all’alcool. Dopo un periodo di assenza, ritrova la sua ragazza, la francese Annie, e le chiede di sposarlo. Per tutta risposta, Annie gli rivela di essere stata incinta poco tempo prima ma di aver abortito senza dirgli niente, perché lui era sempre stato contrario alla famiglia. Matty va su tutte le furie, tronca la relazione, diventa sempre più dipendente dalla droga. In un bar conosce una giovanissima cameriera, Annie 2, che conduce alla festa nel night-club dell’amico Mickey, regista di film porno. Durante la notte, Matty perde il controllo di se stesso, Annie 2 cade nelle mani di Mickey. Passa un anno e mezzo, a New York. Matty non beve più e non si droga, esce con Susan che lo ama . Ma poi strane immagini cominciano a perseguitarlo. Tor-na allora in California, va al night di Mickey, vuole sapere che cosa è succes-so quella notte. Mickey cerca di respingerlo, ma alla fine i fatti vengono alla luce. Quella notte, Matty ha preso Annie 2, l’ha stretta forte, così forte fino a strozzarla ed ucciderla. La terribile verità sconvolge Matty, che ormai pensa di essere solo portatore di disgrazie. Sulla spiaggia, si avventura in mare e scompare nella notte.

Valutazione Pastorale

Anche questo film, come quasi tutti gli altri, è attra-versato dai temi tipici del cinema di Abel Ferrara: il senso del peccato, della colpa da espiare, del cammino di sofferenza verso un difficile ma possibile riscatto. Sono argomenti che, come già ne “Il cattivo tenente”, “The addic-tion”, “ Fratelli”, sono molto sentiti dal regista americano di formazione cul-turale europea e cattolica. Di volta in volta si tratta di verificare come questi problemi, molto sofferti, siano visualizzati e resi convincenti. In questa occa-sione, l’impressione è quella di un lavoro tirato via in grande fretta, dove il dolore appare in più momenti posticcio e insistito, diluito in modo melo-drammatico e ripetitivo. Il dramma del protagonista è più presunto che autentico, per cui il film diventa più l’occasione per mostrare sequenze eroti-che di nessuna utilità, situazioni deplorevoli di inutile cattiveria, violenza gratuita. Un film esteriore che, dal punto di vista pastorale, va valutato nega-tivamente.
Utilizzazione: il film è da escludere dalla programmazione ordinaria. Inserir-lo in rassegne dedicate ad Abel Ferrara vuol dire anche far presente come questo interessante regista incorra in alti e bassi, che vanno ben richiamati e individuati, per non creare confusione nello spettatore.

Le altre valutazioni

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