Sogg. e Scenegg.: Derek Jarman - Mus.: Simon Fisher Turner - Dur.: 76 - Produz.: James Mackay, Takashi Asai
Soggetto
il regista Derek Jarman, ammalato di Aids, sta morendo: la sua voce sembra assumere il valore di una sorta di testamento spirituale e di documento del suo modo di affrontare lultimo tratto della sua parabola esistenziale. Rivivono in queste memorie sonore, alternate a brani di musica strumentale e vocale, lavanzare inesorabile del male, il tormento della retina che si sta distaccando e della visione deformata, lo squallore della degenza in ospedale, le trafitture della flebo, il ricordo degli amici morti per la terribile malattia prima di lui, il tutto come immerso in questo blu, in cui galleggiano ricordi, amarezze, gioie trascorse e rimpianti del regista che non fa certo mistero della sua omosessualità, ma anzi tende a proporla come una sorta di carisma. Un excursus sulla pazzia di Van Gogh lo trascina in una lunga disquisizione sul giallo, il colore preferito dal pittore suicida, confrontato con lamato blu, che a poco a poco sembra assurgere i contorni ossessivi di una soglia iniziatica che porta nellaldilà.
Valutazione Pastorale
lo schermo è perennemente blu, un colore intenso e denso: non una sola immagine. Dedicato al pittore Yves Klein, di cui sono celebri le tele monocromatiche, il film è in realtà un ibrido tra un esperimento, una confessione ed una sorta di delirio. Labbandono dellimmagine da parte di un cineasta che di questa aveva fatto una sorta di cifra espressiva irrinunciabile suona come labdicazione di un monarca che si vede sottrarre, da un nemico misterioso quanto implacabile, tutto il suo regno di emozioni corporee e visive. Non mancano nel film suggestioni sonore, soprattutto vocali, di grande effetto. La claustrofobica prigione blu in cui viene costretto lo spettatore, anziché rilassarlo e favorire la sua concentrazione sulla colonna sonora, finisce per portarlo ad una sorta di soffocamento. Le confessioni del regista, talora abbondanti in realistici accenni alle sue abitudini sessuali, continuano ad alternarsi tra passato e presente, tra realismo e concettualità.