Blue my mind – Il segreto dei miei anni

Valutazione
Complesso, Dibattiti, Problematico
Tematica
Adolescenza, Famiglia - genitori figli, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
Lisa Bruhlmann
Durata
97'
Anno di uscita
2019
Nazionalità
Svizzera
Titolo Originale
Blue My Mind
Distribuzione
Wanted
Soggetto e Sceneggiatura
Lisa Brühlmann
Fotografia
Gabriel Iobos
Montaggio
Noemi Katharina Preiswerk

Il film è passato lo scorso anno ad "Alice nella Città", sezione autonoma e parallela della Festa di Roma 2018.

Interpreti e ruoli

Regula Grauwiller (Mia), Zoe Pastelle Holthuizen (Gianna), Regula Grauwiller (Gabriela), Georg Scharegg (Michael)

Soggetto

Quando Mia, quindici anni, si trasferisce con la famiglia nella periferia di Zurigo, la sua vita prende una direzione imprevista e impossibile da fermare. Il suo corpo sta cambiando e in un modo tutt’altro che positivo…

Valutazione Pastorale

Lisa Bruhlmann nasce a Zurigo nel 1981, partecipa ad alcuni spettacoli scolastici e poi si traferisce a Berlino per studiare recitazione. In Germania e Svizzera entra in varie produzioni per Tv e cinema. Sceglie quest’ultimo per il rientro all’università delle Arti di Zurigo, città dove tuttora risiede e nel 2017 gira il suo primo film, questo “Blue my mind”. Titolo, a dire il vero, emblematico perché la prima sequenza e l’ultima rimandano ad un contesto, il mare, solitamente difficile da accostare alla Svizzera. Si dovrebbe quindi attribuire la scelta ad una ben precisa intenzione, quella di definire subito il terreno nel quale si muove Mia. Uno spazio fisico e mentale che diventa quasi una prigione, una gabbia fatta di nodi stretti e robusti: così si sente Mia quando comincia a familiarizzare con i compagni di scuola. E’ ruvida e scontrosa Mia, fatica a entrare in sintonia con un gruppo di coetanee che aggrediscono la vita con la voracità tipica dell’età: fumano, bevono, si sperimentano in giochi pericolosi, ai quali Mia dopo qualche incertezza si lascia andare e partecipa come gusto della provocazione. Ma qualcosa cova nel corpo malato della ragazza: come una voglia rabbiosa che la spinge a mangiare i pesci presi dall’acquario di casa, una sensazione di perdita del controllo, l’assurdo passaggio da una realtà difficile ma bella ad un incubo non controllabile. ‘Blue my mind’ – dice la regista- “è, allo stesso tempo, un film sulla crescita e sulla ricerca della propria identità”. Forse il momento conclusivo della trasformazione di Mia può apparire un po’ troppo fuori contesto. Ma, bisogna ammetterlo, per molti adolescenti il passaggio di quella conradiana ‘linea d’ombra’ è proprio così: aspro, rude, duro, inevitabilmente privo di tutte quelle lusinghe (la bella vita a Zurigo) che la vita ti prospetta e poi ti toglie senza preavviso. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibatti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare con cautela e attenzione per trattare con opportuna riflessione la tematica dell’esplodere dell’adolescenza, e del complicato ruolo dei genitori. Il film è passato lo scorso anno ad "Alice nella Città", sezione autonoma e parallela della Festa di Roma 2018.

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