Presentata alla 17a Festa del Cinema di Roma (2022)
Interpreti e ruoli
Francesco Pannofino (René Ferretti), Pietro Sermonti (Stanis La Rochelle), Carolina Crescentini (Corinna Negri), Caterina Guzzanti (Arianna), Alessandro Tiberi (Alessandro), Emma Lo Bianco (Allison Daltman), Ninni Bruschetta (Duccio Patanè), Paolo Calabresi (Biascica), Antonio Catania (Diego Lopez), Corrado Guzzanti (Mariano Giusti), Karin Proia (Karin), Edoardo Pesce (Tatti Barletta)
Soggetto
Italia, oggi. Alessandro ha fatto carriera in una delle più influenti piattaforme. Si batte per far decollare la nuova serie ideata da Stanis e Corinna, due rodati attori che ora hanno fondato la loro di casa di produzione, la SNIP: So Not Italian Production. La loro idea è girare “Vita di Gesù”, dove Stanis si intesta il ruolo del Salvatore. A dirigere viene chiamato come sempre René Ferretti...
Valutazione Pastorale
La troupe di “Boris” è tornata, finalmente! La serie Tv satirica che ha raccontato il mondo della produzione televisiva generalista in chiave frizzante e anche un po’ cialtrona, dopo tre fortunate stagioni tra il 2007 e il 2010 e un’incursione al cinema nel 2011, è tornata con 8 nuovi episodi per prendere di mira le piattaforme streaming. Prodotta da Lorenzo Mieli con The Apartment – Fremantle in collaborazione con Disney+, la serie “Boris 4” è firmata come sempre da Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo, che ricordano e omaggiano anche il collega Mattia Torre, compianto regista-sceneggiatore scomparso nel 2019.
La storia. La fiction in Italia, come nel resto del mondo, è cambiata. Per i finanziamenti si guarda soprattutto alle piattaforme, dal soldo forte ma anche sotto scacco dell’algoritmo. Alessandro (Alessandro Tiberi) ha fatto carriera proprio in una delle più influenti realtà e così si batte per far decollare la nuova serie ideata da Stanis (Pietro Sermonti) e Corinna (Carolina Crescentini), due rodati attori che ora hanno fondato la loro di casa di produzione, la SNIP: So Not Italian Production. La loro idea è girare “Vita di Gesù”, dove Stanis si intesta il ruolo appunto del Salvatore. A dirigere viene chiamato come sempre René Ferretti (Francesco Pannofino), che fa squadra con la sua fidata collaboratrice Arianna (Caterina Guzzanti) e il direttore della fotografia Duccio (Ninni Bruschetta). Perché il progetto decolli serve però il cosiddetto “lock” della Piattaforma, il raggiungimento della soglia di soddisfazione decretata dal temibile algoritmo…
Che “Boris” sia una serie acuta e graffiante è un fatto risaputo. Negli anni si è imposta come fenomeno cult quasi di matrice sociologica, venata di sfumature grottesche. La sua cifra caustica è il tratto distintivo dal quale non si può prescindere. E tale carica di provocazione non poteva mancare neanche in questa quarta stagione, come del resto fanno capire con schiettezza i due geniali autori Ciarrapico e Vendruscolo. “Boris– affermano – nel 2022 poteva ancora attaccare la buona vecchia tv per famiglie, tranquillizzante e intimamente ‘democristiana’? La risposta che ci siamo dati è che sarebbe stato come sparare sulla Croce Rossa. In qualche modo dovevamo far approdare i nostri improbabili protagonisti nel salotto buono della produzione internazionale di oggi: la Piattaforma”.
E così “Boris 4” si gioca tutta sulle (dis)avventure di un set sconclusionato di una serie Tv in cerca del grande salto internazionale, di essere ammessa nella library di un colosso dello streaming. In verità, un colpaccio per la stessa Disney+, che sfrutta la carica comica del prodotto, lasciandosi anche prendere in giro. Una mossa di marketing di certo indovinata. Nella linea del racconto torna tutto il meglio del mondo di “Boris”, che declina il settore audiovisivo, il mondo di Cinecittà, con l’arte del vivacchiare, dove l’improvvisazione è sovrana e l’egocentrismo dilagante (i personaggi di Stanis, Corinna e Tatti Barletta ne sono la prova, che Sermonti, Crescentini ed Edoardo Pesce rendono alla perfezione, da applauso!).
Linea tematica che si aggiunge in questa quarta stagione è il colossal storico-religioso, appunto la vita di Gesù, topos-genere ricorrente tra cinema e Tv. Ovviamente questo avviene secondo la maniera di “Boris”, con la cifra dello sberleffo e dell’ironia a briglia sciolta. Non c’è però mancanza di rispetto verso le figure bibliche o la dimensione religiosa, perché quello che “Boris 4” ridicolizza è l’uomo di oggi e la troupe sul set, marcatamente sciatti, superficiali e incolti. Un campionario umano tragicomico e disgraziato, di cui si ride, ma che non si può fare a meno di amare a livello spettatoriale. Sono un’allegoria deformata del nostro presente, delle nostre piccolezze e superficialità diffuse.
Nell’insieme possiamo affermare che “Boris 4”, a dieci anni dall’ultimo ciak, non ha perso né smalto né graffio, tutt’altro: una comicità che trova ancora senso e posto nel panorama Tv odierno. Serie consigliabile, problematica, per dibattiti.
Utilizzazione
Serie indicata per un pubblico adulto e per adolescenti accompagnati, per una maggiore comprensione della satira e dei riferimenti al mondo della produzioni audiovisiva oggi.