CABIN FEVER

Valutazione
Inaccettabile, truculento
Tematica
Malattia, Male
Genere
Horror
Regia
Eli Roth
Durata
94'
Anno di uscita
2003
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Cabin fever
Distribuzione
Eagle Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Eli Roth, Randy Pearlstein Eli Roth
Musiche
Nathan Barr, Angelo Badalamenti
Montaggio
Ryan Folsey

Orig.: Stati Uniti (2003) - Sogg.: Eli Roth - Scenegg.: Eli Roth, Randy Pearlstein - Fotogr.(Scope/a colori): Scott Kevan - Mus.: Nathan Barr, Angelo Badalamenti - Montagg.: Ryan Folsey - Dur.: 94' - Produz.: Lauren Moews, Evan Astrowsky, Sam Froelich, Eli Roth.

Interpreti e ruoli

Jordan Ladd (Karen), James Debello (Bert), Cerina Vincent (Marcy), Rider Strong (Paul), Joey Kern (Jeff), Arie Verveen (l'eremita), Matthew Helms (Dennis), Hal Courtney (Tommy), Richard Fullerton . (lo sceriffo)

Soggetto

Tre ragazzi (Paul, Bert, Jeff) e due ragazze (Karen, Marcy) arrivano in un isolato chalet di montagna per trascorrervi una settimana di rilassante vacanza. Mentre Jeff e Marcy fanno coppia fissa, Paul non trova il coraggio per dichiararsi a Karen. Solo e di carattere un po' ruvido, Bert va a passeggiare nel bosco, incrocia un vagabondo dall'aspetto malato, si scontra con lui che tenta di rubargli la macchina, si impaurisce per paura di un contagio e lo lascia morire tra le fiamme sprigionatesi con la torcia. Da quel momento una malattia misteriosa comincia ad impossessarsi del gruppo. Devastata da lesioni sul corpo, Karen viene chiusa in un capanno. Gli altri allora cercano di organizzarsi per chiedere aiuto. Recatosi in paese, Bert, contagiato, é preso di mira dagli abitanti ostili. Marcy è uccisa da un cane rabbioso, Paul elimina Karen ormai abbrutita ma viene preso di mira da un violento vice-sceriffo. Jeff, contento per non aver preso la malattia, cade sotto i colpi dei poliziotti. Tutto sembra finito, ma all'emporio alcuni bambini vendono una limonata fatta con acqua inquinata. E il morbo si propaga ancora.

Valutazione Pastorale

Non c'è dubbio che in frequenti occasioni l' horror sia stato il genere giusto per fare emergere temi di qualche interesse, per tracciare soprattutto ritratti di quel territorio del subconscio che è la paura: una parte di noi con la quale dobbiamo di necessità confrontarci. Se questo è vero, va detto subito dopo che certe possibili letture 'metaforiche' o 'di rinvio' (la ghettizzazione della malattia; il morbo come linea di demarcazione e autorizzazione all'uso della violenza; il gran divertimento che si trasforma in tragedia) in questo caso non convincono e sembrano andare al di là degli intenti della realizzazione. Che è quella di un prodotto appunto "di genere", che non risparmia niente in termini di violenza e si lascia andare ad una serie continuata di atroci uccisioni, sangue, visioni orripilanti. Un horror scombinato e malfatto che prende a pretesto certo disagio giovanile americano per costruirci sopra una vicenda da grand guignol insistito e compiaciuto. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inaccettabile, e truculento.
UTILIZZAZIONE: é da evitare sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze. Molta attenzione é da tenere per i minori in previsione di passaggi televisivi.

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