Sogg.: Mel Brooks, Ron Clark, Rudy De Luca, Steve Haberman - Scenegg.: Mel Brooks, Rudy De Luca, Steve Haberman - Fotogr.: (Panoramica/a colori) Steven Poster - Mus.: John Morris - Montagg.: David Rawlins - Dur.: 97' - Produz.: Mel Brooks
Interpreti e ruoli
Mel Brooks (Goddard Bolt), Lesley Ann Warren (Molly), Jeffrey Tarnbor (Vance Crasswell), Stuart Pankin, Howard Morris, Rudy De Luca, Teddy Wilson
Soggetto
Goddard Bolt, un miliardario presuntuoso e senza scrupoli, è intenzionato a costruire un avveniristico centro industriale in un quartiere periferico di Los Angeles in degrado in cui vivono i poveri e del quale egli è proprietario della metà dell'area. L'altra metà appartiene ad un altro miliardario, Vance Crasswell che, cresciuto in miseria in quel luogo, propone a Bolt una scommessa: se Goddard riuscirà a vivere per trenta giorni in incognito fra i barboni senza soldi né carte di credito il terreno sarà suo; nel caso contrario tutta l'area diventerà di proprietà di Vance. Spinto dalla sua presunzione Bolt stoltamente accetta l'ardua scommessa: ha inizio così per lui una serie di privazioni, umiliazioni e disavventure. Riuscito, tuttavia, a vincere la scommessa grazie all'aiuto di Molly, un'intraprendente e irascibile stracciona, Goddard è costretto ad affrontare il perfido Vance che non intende rispettare i patti. Dopo uno scontro vittorioso con questi, Bolt decide di sposare Molly e di trasformare il quartiere in residenza per tutti i barboni.
Valutazione Pastorale
l'avveduto Mel Brooks utilizza, in questo film, tutta la sua collaudata abilità, per confezionare un prodotto di sicuro gradimento per tutti quelli che, aspirando a far soldi senza riuscirci, invidiano coloro che di soldi ne hanno a bizzeffe, al punto da godere quando uno dei supermiliardari va in rovina e si riduce in miseria, a "vivere da cani", umiliato, disprezzato e deriso. Questa la prima impressione che si ricava dal film di Brooks, dall'iper-bole delle sequenze iniziali, che ridicolizzano il presuntuoso Bolt, fino a quelle che ne evidenziano l'avvilimento totale. Il lavoro induce pure a ri-flettere sulla realtà della miseria, e sullo stridente contrasto fra chi vive nel benessere e chi ne è privo del tutto. Sbatte infatti davanti allo spettatore lo spettacolo abbastanza enfatiz-zato e universalizzato di degrado, luridume, avvilimento totale di ogni residua dignità, che viene in effetti raggiunto dagli "infimi", i miserabi-li, il rifiuto delle società opulente. E lancia quasi una sfida: pròvati a vi-verla, quella "vita da cani" anziché limitarti a buttare con disprezzo una moneta al pezzente e a torcere il naso sugli aspetti più rivoltanti del-la miseria. Forse vi scoprirai ciò che manca paurosamente al mondo dei sazi e soddisfatti: momenti di solidarietà fra i poveri, oltre la compren-sibile guerra fra i poveri, e forse anche l'amore vero, la ricchezza genuina, sempre più difficile da conseguire.