Orig.: Francia (2004) - Sogg. e scenegg.: Francois Ozon con la collaborazione di Emmanuele Bernheim - Fotogr.(Panoramica/a colori): Yorick Le Saux - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Monica Coleman - Dur.: 90' - Produz.: Fidelité, Olivier Delbosc, Marc Missioner.
Interpreti e ruoli
Valeria Bruni Tedeschi (Marion), Stephane Freiss (Gilles), Geraldine Pailhas (Valérie), Francois Fabian (Monique), Michel Lonsdale (Bernard), Antoine Chappey (Christophe), Marc Ruchman . (Mathieu)
Soggetto
Davanti al giudice, Marion e Gilles ascoltano la lettura del testo che sancisce il loro divorzio. Quando la loro unione é ormai formalmente sciolta, si ritrovano in una stanza d'albergo. Qui decidono di passare insieme un'ultima notte durante la quale si lasciano andare ad un rapporto di forte fisicità. Al mattino, dopo un ulteriore diverbio, i due si lasciano, stavolta definitivamente. Dal momento in cui Marion esce dalla stanza, la vicenda comincia a procedere a ritroso. Dapprima una serata in cui marito e moglie ospitano a casa il fratello di lui, omosessuale, e il suo attuale ragazzo; quindi il giorno del loro matrimonio quando Marion, rimasta sola vicino ad un lago, accetta la corte di uno sconosciuto; infine una vacanza in Italia, durante la quale i due si conobbero in un villaggio turistico: lei era sola, lui insieme alla sua compagna di allora.
Valutazione Pastorale
La radiografia di una crisi di coppia è raccontata da Ozon attraverso una sorta di diario a ritroso dai momenti brutti finali (qui iniziali) a quelli belli iniziali (qui finali): una scelta formale che evidenzia ancora di più l'amarezza di quell'avvio di film, che é poi la vera conclusione della storia. Ancora una volta il regista francese riesce a costruire una struttura narrativa che é insieme spazio aperto e gabbia senza via d'uscita. Come in "Otto donne e un mistero" e in "Swimming pool", Ozon stringe i protagonisti in un labirinto di sentimenti che sembrano sgretolarsi per poi ricomporsi nel gioco beffardo dell'attrazione e della repulsione. Fedele alla lezione fassbinderiana dello 'straniamento' esistenziale, l'autore redige con occhio lucido e attento un repertorio di affetti e di emozioni sulla rischiosa tavolozza dei rapporti sessuali. Senza rinunciare a ventate di 'melò' accentuate dall'inserimento di brani italiani di musica leggera anni '60, il racconto scarnifica la realtà umana dei personaggi e li cala in una a-temporalità che chiede la complicità e la pietà dello spettatore. Dal pèunto di vista pastorale, il film è da valutare come discutibile, e caratterizzato da non poche scabrosità.
UTILIZZAZIONE: per quanto detto sopra, il film, sia in programmazione ordinaria sia in altre occasioni, si indirizza ad un pubblico adulto. Molta attenzione é da tenere per i minori anche in previsione di passaggi televisivi, e uso di VHS e DVD.