Orig.: Brasile (2002) - Sogg.: tratto dal romanzo "Città di Dio" di Paulo Lins - Scenegg.: Braulio Mantovani - Fotogr.(Panoramica/a colori): Cesar Charlone - Mus.: Antonio Pinto, Ed Cortes - Montagg.: Daniel Rezende - Dur.: 135' - Produz.: Andrea Barata Ribeiro, Mauricio Andrade Ramos - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.
Interpreti e ruoli
Alexandre Rodrigues (Buscapé), Matheus Nachtergaele (Sandro Cenoura), Seu Jorge (Mané Galinha), Leandro Firmino Da Hora (Ze Pequeno), Phelipe Haagensen (Bené), Jonathan Haagensen (Cabeleira), Douglas Silva (Dadinho), Roberta Rodriguez Silvia . (Berenice)
Soggetto
Fine anni Sessanta a Cidade de Deus, una favela di Rio de Janeiro. Mentre osserva gli altri ragazzini che rubano e partecipano a risse, l'undicenne Buscapè sogna di diventare fotografo. Nel frattempo Dadinho, un suo coetaneo, si mette al servizio dei delinquenti della zona, soprattutto di Cabeleira e della sua banda. E' Cabeleira ad offrirgli l'opportunità di uccidere per la prima volta. E da lì segue una lunga catena di omicidi. Negli anni Settanta mentre Buscapé si destreggia tra il crimine e qualche lavoretto, Dadinho diventa il capo di una baby-gang, scopre che spacciare droga rende molto di più e si dedica al traffico di cocaina. Negli anni Ottanta, dopo qualche tentativo andato a male di rapina a mano armata, Buscapé ottiene finalmente in regalo una macchina fotografica. Dadinho, 18 anni, è ora conosciuto come "Zé Pequeno", spietato narcotrafficante con una banda di ragazzini tra i 9 e i 14 anni. Arrestato e poi rilasciato dalla polizia corrotta, Ze Pequeno viene ucciso da un malavitoso più giovane di lui. Buscapé fotografa la scena, un giornale pubblica le foto a sua insaputa. Lui ha paura della vendetta, ma una giornalista lo ospita a casa per nasconderlo. E infine il giornale gli offre un incarico ufficiale di reporter.
Valutazione Pastorale
Tratto dal ponderoso romanzo di Paulo Lins (600 pagine), il film risulta fallimentare sotto tutti i punti di vista. Perché se è vero che le favelas di Rio de Janeiro rappresentano il luogo di un degrado sociale e morale certo profondo e di non facile soluzione, è altrettanto vero che non è con questa operazione che si può sperare di portare un minimo aiuto alla causa. Non risparmiando niente sul piano visivo per quanto attiene a brutalità e violenze e anzi lasciandole uniche, incontrastate protagoniste, il regista vorrebbe far passare l'idea che lui si limita a riprendere la realtà senza intervenire: ma l'eccesso di realismo scavalca il confine della credibilità e fa diventare il racconto più finto della finzione. Dominano allora personaggi come macchiette in mezzo ad un quadro di vita che non restituisce mai la complessità della situazione, essendo insisitito in una sola direzione, quella del crimine e della perdita della vita da adolescenti. Parziale e nichilista, il film accumula solo sconcezze e volgarità, compiacendosi di mostrare bambini sempre più piccoli in giro per le strade pronti ad uccidere, e così impedendo di mettere in piedi qualunque riflessione su quelle situazioni gravi che si vorrebbero (forse, ma non è sicuro) denunciare. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inaccettabile, e fortemente negativo.
UTILIZZAZIONE: l'utilizzazione é da evitare sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze. Sia pure con il divieto ai 14 anni, molta attenzione é da tenere nei confronti dei minori in previsione di passaggi televisivi.