Interpreti e ruoli
Meg Ryan (Willa ), David Duchovny (Bill)
Soggetto
tati Uniti, inverno. In uno scalo si ritrovano casualmente dopo due decenni Willa e Bill. I due, un tempo innamorati, oggi hanno vite segnate da affanni e irrisolti familiari. Willa è in aeroporto per andare a incontrare una persona con cui vuole riconciliarsi, Bill è in viaggio per lavoro, ma il pensiero è a casa, rivolto alla figlia con cui ha un dialogo scarno. Un’inaspettata tempesta di neve blocca i voli e concede a Willa e Bill un secondo tempo nella loro esistenza, un’opportunità per guardarsi indietro e forse riappacificarsi…
Valutazione Pastorale
Bentornata Meg Ryan. La regina della commedia sentimentale brillante, lanciata da “Harry, ti presento Sally…” (1989) di Rob Reiner su copione di Nora Ephron e resa intramontabile dai successivi “Insonnia d'amore” (1993) e “C'è posta per te” (1998), sempre della Ephron, dopo un lungo periodo di silenzio e distanza dal set ha trovato un copione giusto non solo da interpretare ma anche da dirigere. È “Coincidenze d'amore” (“What Happens Later”), che prende le mosse dal testo teatrale “Shooting Star” (2008) di Steven Dietz personalizzandolo nella direzione della commedia sentimentale dalle sfumature malinconiche. Un film che la Ryan dedica all’amica scomparsa Nora Ephron, cui deve i titoli più belli in carriera. Due i protagonisti in scena, la Ryan e David Duchovny (“X-Files”).
La storia. Stati Uniti, inverno. In uno scalo si ritrovano casualmente dopo due decenni Willa e Bill. I due, un tempo innamorati, oggi hanno vite segnate da affanni e irrisolti familiari. Willa è in aeroporto per andare a incontrare una persona con cui vuole riconciliarsi, Bill è in viaggio per lavoro, ma il pensiero è a casa, rivolto alla figlia con cui ha un dialogo scarno. Un’inaspettata tempesta di neve blocca i voli e concede a Willa e Bill un secondo tempo nella loro esistenza, un’opportunità per guardarsi indietro e forse riappacificarsi…
Meg Ryan, durante la pandemia, ha individuato una storia intima, un passo a due esistenziale. Per lei è l’occasione d’oro per tornare al cinema che conosce meglio, quello che ha esaltato le sue qualità interpretative, giocate sulla linea di confine tra ironia e malinconia. Qui fa del suo meglio per vivacizzare un incontro-dialogo tra due ex innamorati, oggi cinquantenni dalla vita spiaggiata. Il film è un flusso di ricordi, di coscienza, direzionato tra la seduta psicanalitica e il processo di riparazione dalle sofferenze, di guarigione delle cicatrici. È l’opportunità, realistica e anche un po’ magica, di sistemare gli errori del passato e tornare a guardare il domani con fiducia.
“Coincidenze d'amore” non gira alla perfezione, appesantito da dialoghi fiume che qua e là appaiono freddi, troppo ragionati e poco intessuti di pathos autentico; il film è imperfetto e lungo nello svolgimento, ma nel complesso non si può non riconoscere alla Ryan lo sforzo nel confezionare una storia sofisticata alla maniera di Nora Ephron, di cui oggi a Hollywood si sente tanto la mancanza: le rom-com odierne sono intessute per lo più di banalità e volgarità. Pertanto, è proprio il caso di dire ben tornata Meg Ryan, anche se il film non è a fuoco e incede faticosamente. La direzione però è quella giusta. Consigliabile, problematico, per dibattiti.
Utilizzazione
Per la programmazione ordinaria e per successive occasioni di dibattito. Per temi e dialoghi in campo, il film si direziona maggiormente verso un pubblico adulto.