Prod.: Elizabeth Karlsen, Stephen Woolley, Pamela Koffler, Christine Vachon, Michel Litvak, Gary Michael Walters
Interpreti e ruoli
Keira Knightley . (Colette), Dominic West (Willy), Denise Gough (Missy), Fiona Shaw (Sido), Eleanor Tomlinson (Georgie Raoul-Duval), Robert Pugh (Jules), Ray Panthaki (Weber)
Soggetto
Dalla campagna francese dove è nata e cresciuta, Sidonie-Gabrielle Colette sposa Henry Gauthier Villars, soprannominato Willy, imprenditore letterario di fama e personaggio tanto fascinoso quanto ambiguo. Dopo il matrimonio, la scintillante vita parigina ispira a Colette una serie di racconti autobiografici intitolati “Claudine”. La forza di convinzione di Willy è tale da convincere la moglie a pubblicare quei racconti come se li avesse scritti lui…
Valutazione Pastorale
Sidonie-Gabrielle Colette nasce a Saint Sauveur en Puisaye nel 1873 e, dopo un’adolescenza trascorsa con la famiglia in campagna, si unisce in matrimonio nel 1893 con Henry Gauthier Villars. Dopo un inizio idilliaco, il rapporto tra i due fa emergere caratteri forti e toni contrastanti. Quando Willy si accorge che i racconti scritti da Colette hanno dignità di scrittura, si affretta a farli pubblicare, a patto di firmarli con il proprio nome. È una situazione che Colette sopporta fino a quando non capisce che è il momento di ribellarsi e rendersi indipendente. La biografia di Colette, tra alti e bassi, eccessi di sentimenti ed esagerazioni di rapporti, provocazioni e grandi scandali tra vita pubblica e privata, sembra fatta apposta per diventare emblema delle belle époque parigina a cavallo tra ‘800 e ‘900. Lungo questa linea finisce per muoversi, dopo un inizio controllato, la regia di Westmoreland, forse fin troppo decisa a cedere di fronte alle tante, troppe suggestioni del copione. Per dire che se i fatti possono non essere contestabili, meno scontato è che il racconto debba muoversi lungo sentieri risaputi, inducendo a compiere una operazione che, tra alcuni momenti certamente provocatori e di tono ‘scandaloso’, per gran parte corre lungo i binari di una convenzionalità e di una prevedibile fuoriuscita dalle convenzioni sociali. Si potrebbe dire che la vita vera di Colette è stata infinitamente più provocatoria di questa (e di altre) riduzioni cinetelevisive. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con doverosa attenzione ai minori data la presenza di scene sessuali esplicite.