Orig.: Italia/Francia (2012) - Sogg.: Marco Simon Puccioni liberamente ispirato alla vita di Armida Miserere - Scenegg.: Heidrun Schleef, Marco Simon Puccioni, Nicola Lusuardi - Fotogr.(Scope/a colori): Gherardo Gossi - Mus.: Shigeru Umebayashi - Montagg.: Roberto Missiroli, Catherine Maximoff - Dur.: 110' - Produz.: Giampiero Preziosa, Marco Simon Puccioni.
Interpreti e ruoli
Valeria Golino (Armida Miserere), Filippo Timi . (Umberto Mormile), Francesco Scianna (Riccardo), Chiara Caselli (Rita), Marcello Mazzarella (Stefano), Salvio Simeoli (Antonio), Giorgia Sinicorni . (Isabella), Vanni Bramati (Maurizio), Enrico Silvestrin (comandante Lodi), Mattia Mor (Fabio), Vanni Fois (Cossu), Diego Migeni (agente Pianosa), Gerardo Mastrodomenico (pm Cardi), Francesco Acquaroli (comandante al carcere di Pianosa), Rosa Pianeta (Cristina)
Soggetto
Metà degli anni Ottanta. Armida Miserere ha da poco iniziato la propria carriera nell'amministrazione penitenziaria. Umberto è un educatore impegnato nelle attività di rieducazione dei carcerati. Umberto e Armida vivono una intensa storia d'amore, che supera anche la prova di una gravidanza che si interrompe. Nella primavera del 1990, Umberto viene ucciso mentre va al lavoro. Il mondo di Armida va a pezzi. Prova a dedicarsi al lavoto, mentre la cronaca registra gli omicidi di matrice mafiosa dei primi anni Novanta. Ormai con la qualifica di Direttote, Armida va a Pianosa, a Palermo, a Milano. Nel corso di un processo alla 'ndrangheta, uno del clan conferma quello che Armida aveva sospettato: Umberto è stato ucciso per non essersi lasciato corrompere da un boss, pur risoltando coinvolto in alcuni passaggi. Il fango gettato su Umberto diventa per Armida insopportabile, le toglie fiducia e prospettiva di futuro. A Sulmona, sua nuova destinazione, Armida si toglie la vita. E' il 19 aprile 2003.
Valutazione Pastorale
Si parte da dati reali, rispetto ai quali Marco Simon Puccioni precisa: "L'interesse di questo progetto risiede nella vicenda umana del personaggio principale e per questo ho cercato uno stile semplice, che desse spazio alla verità del personaggio, cercando di miscelare il film di impegno civile con la storia d'amore, gli elementi piùintimi e emotivi con l'aspetto sociale". Forse nasce da qui il merito maggiore dell'operazione: muoversi dentro un giro di anni segnati per l'Italia da eventi luttuosi e tragici sul piano politico e civile, e tuttavia riuscire a tenere al centro la figura di Armida e a costruirne un ritratto dolente e malinconico, mai arrabbiato o vendicativo ma capace di subire dolori e privazioni affettive fino al punto di non ritorno. La scelta finale di Armida può suscitare perplessità ma il copione non fa momento di grido o di qualche rivendicazione. Il regista racconta con totale rispetto e partecipazione. E noi restiamo vicini a solidarizzare con il destino amaro di una donna forte e fragile. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, meglio, in occasioni miarte per avviare riflessioni sui molti temi che suggerisce (donna e lavoro, affetti e famiglia, cronaca e storia). Qualche attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di atri supporti tecnici.