Orig.: Italia (2004) - Sogg. e scenegg.: Daniele Ciprì, Franco Maresco, Claudia Uzzo con la collaborazione di Tatti Sanguineti - Fotogr.(Panoramica/a colori): Daniele Ciprì - Mus.: Salvatore Bonafede - Montagg.: Daniele Ciprì, Franco Maresco, Claudia Uzzo - Dur.: 98' - Produz.: Andrea Occhipinti, Giuseppe Bisso.
Interpreti e ruoli
Gregorio Napoli . (se stesso), Francesco Puma (se stesso), Tatti Sanguineti . Attori (se stesso), amici, familiari di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
Soggetto
Si seguono in ordine cronologico le tappe del percorso artistico di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, dagli esordi 'separati' alla notorietà. Si parte dalla vita palermitana dei due fino all'incontro al Bar degli Artisti accanto al teatro Trianon. Il 1954 é l'anno del primo spettacolo in coppia, in teatro a Castelvetrano. Nel 1959 vengono notati da Domenico Modugno che li invita sul set di "Appuntamento ad Ischia", li mette sotto contratto per cinque anni e offre loro la grande occasione con lo spettacolo "Rinaldo in campo" di Garinei e Giovannini al Sistina di Roma. Dal 1961 cominciano a girare film senza sosta alla media di 12/14 l'anno. Alla fine degli anni Sessanta (quando i due già da tempo sono in lite) il successo dei film diminuisce. Nel 1972 si separano. Ciccio recita da solo in titoli drammatici e in "Amarcord" di Fellini; Franco fa il cantante e interpreta "Ultimo tango a Zagarol". Tornano insieme alla fine degli anni Settanta per fare pubblicità e, negli anni Ottanta, in spettacoli di varietà televisivi. Franco Franchi muore nel 1997, Ciccio Ingrassia nel 2003.
Valutazione Pastorale
Dicono Ciprì e Maresco: " 'Come inguaiammo il cinema italiano' é una sorta di risarcimento postumo per un incontro artistico cui tenevamo molto e che non si è concretizzato...ci sono elementi forti di somiglianza: la Sicilia, la palermità, l'essere coppia, il modo avventuroso -per certi versi casuale- nell'approccio alla macchina cinema (nella quale loro sono tuttavia entrati), una comune visceralità da commedia latina...". E'innegabile che tra i film del duo Ciprì/Maresco, sempre sovraesposti e costruiti su un'estetica del ributtante e del vomitevole ma non privi di una logica di scardinamento delle realtà ad una sola dimensione, e la sterminata produzione filmica di Franchi/Ingrassia possa esserci qualche parallelismo. Quei film degli anni Sessanta/Settanta sono oggi catalogati nel grande comparto del "trash" e come tali rivisitati e rivalutati. Il documentario di Ciprì e Maresco é interessante ma anche furbetto: ricostruisce, propone filmati inediti, interviste, spezzoni televisivi, confidenze, ma non entra nel merito della sostanza del lavoro della coppia. Non privo di errori di citazione, il film è comunque godibile e, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile e senz'altro semplice.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e recuperato come occasione di conoscenza su personaggi e momenti forse dimenticati dello spettacolo italiano.