Orig.: Italia (2006) - Sogg. e scenegg.: Daniele Maggioni - Fotogr.(Panoramica/a colori): Sabina Bologna, Giorgio Carella con immagini di Gabriele Basilico - Mus.: Tommaso Leddi (Stormi Six) - Montagg.: Carlotta Cristiani - Dur.: 87' - Produz.: Daniele Maggioni, Francesco Pamphili.
Interpreti e ruoli
Anita Kravos (Claudia), Karolina Dafne Porcari (Olga), Paolo Pierobon (Boris)
Soggetto
A Milano la trentenne Claudio, impiegata in un'agenzia di viaggi, accetta la richiesta di Boris, l'insegnante del corso di russo che lei frequenta e con cui è entrata in amciizia : ospitare a casa Olga, giovane ucraina arrivata in Italia a cercare fortuna. Dopo una iniziale diffidenza, tra le due subentra una certa amicizia. Qualche giorno prima della partenza per una vacanza in Grecia, Claudia non trova più Olga a casa. Fruga nella valigia, trova il passapoprto e una foto di lei abbracciata a Boris. Lo chiama ma lui é molto evasivo. Dopo altri inutili tentativi, Claudia si decide a denunciarne la scomparsa alla polizia. Così, insieme al successivo dileguarsi anche di Boris, Claudia dovrà entrare in contatto con le realtà di queste ragazze e dei loro viaggi in pullman non sempre di andata e ritorno.
Valutazione Pastorale
Dice Marina Spada che "L'idea di raccontare questa storia é strettamente connessa all'idea di 'sguardo sul mondo' che la sottende (...) Uno 'sguardo laterale' quindi che ci lascia intuire quello che il personaggio vede alle nostre spalle e che noi, protesi verso lo schermo, non possiamo vedere, come se i personaggi guardassero noi e oltre noi il contorno, richiamandoci in ogni momento al presente, costringendoci a uscire dal guscio protetto della sala (...)". Dichiarazioni impegnative che rischiano di confondere le idee su quale sia il perno centrale della storia. E' Claudia con le sue incertezze di trentenne? E' Olga, con il suo status di 'extracomunitaria'? E' forse Milano, metropoli con tante facce nascoste? Forse per la regista é un tipo di cinema in grado di riassumerli tutti e tre, a metà tra documento, commedia, denuncia. L'occhi della Spada si sforza di essere pulito, distante, quasi neutro. Ci riesce con l'apporto di una suggestiva fotografia, e con un pedinamento dei pochi protagonisti che sta a fianco dei loro problemi e ce ne comunica gli affanni. Una radiografia accurata, una cronaca asciutta anche se acerba. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, nell'insieme realistico e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, più utilmente, ripreso in constesti mirati per approndire gli argomento che suscita (la donna, la città, il cinema a servizio del quotidiano...). Qualche attenzione é da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.