Orig.: Stati Uniti (2013) - Sogg.: Bob Fisher, Steve Faber - Scenegg.: Bon Fish, Steve Faber, Sean Anders, John Morris - Fotogr.(Scope/a colori): Barry Peterson - Mus.: Theodore Shapiro, Ludwig Goransson - Montagg.: Micahel L. Sale - Dur.: 110' - Produz.: Newman Tooley Films, Slap Happy Production.
Interpreti e ruoli
Jason Sudeikis (David Clark), Jennifer Aniston (Rose O'Reilly), Emma Roberts (Casey Mathis), Will Poulter (Kenny Rossmore), Nick Offerman (Don Fitzgerald), Kathryn Hahn . (Edie Fitzgerald), Molly C. Quinn (Melissa Fitzgerald), Ed Helms (Brad Gurdlinger), Thomas Lennon (Rick Nathanson), Tomer Sisley (Pablo Chacon), Luis Gutzman (poliziotto messicano)
Soggetto
A Detroit David, piccolo spacciatore deciso a tenere il punto di non vendere droghe ei ragazzi, si fa coinvolgere in una rissa al termine della quale viene derubato dell' incasso di una settimana. Impossibilitato a restituire il debito contratto, riceve dal boss Brad una proposta: andare nel fine settimana in Messico, ritirare una partita di droghe pesanti e tornare indietro senza dare nell'occhio. David è costretto ad accettare e, consapevole dei rischi, inventa uno stratagemma: si fa accompagnare da Rose, una smaliziata spogliarellista, dall'imbranato quasi maggiorenne Kenny, dalla teenager borderline Casey. Sono la sua 'famiglia', il lasciapassare al posto di confine. A bordo di un grande camper cominciano un viaggio che li porta in Messico nella villa di uno spacciatore, ritirano la merce in grande quantità e rientrano negli Stati Uniti. In realtà niente risulta semplice: ci sono intoppi, equivoci, incomprensioni, grossi rischi di essere fatti fuori. Proprio di fronte a queste difficoltà, il gruppetto si ricompatta. Quando tutto è finito e loro vengono messi sotto protezione, possono presentarsi come la famiglia Miller. Nell'orto di casa intanto spuntano piantine di droga.
Valutazione Pastorale
Non si sa se definire più ingannevole il titolo originale o quello italiano. Il primo (We're the Millers) fa pensare ad una semplicistica storia su una qualunque famiglia americana. Il secondo cerca con un poco simpatico gioco di parole di unificare il nucleo familiare e il motivo che lo tiene insieme: la droga da spacciare. Le due opzioni, per quanto entrambe non esaltanti, finiscono col convergere sul tratto centrale della storia: mettere in campo una famiglia che nasce 'per caso' e che, di fronte alle difficoltà, avverte la necessità di diventare unita, di essere ognuno al servizio dell'altro. Questo è in effetti ciò che si vede. Purtroppo contorno, contesto e svolgimento escono quasi subito dal sentiero annunciato e deviano verso una strada di tale sbracata volgarità da mettere tutto in discussione. E' la conferma che la commedia americana ha fatto la scelta per una veste narrativa e visiva decisamente sopra le righe, scurrile e sboccata al di là del necessario, volutamente appesantita da parolacce ed espressioni triviali: l'obiettivo è quello di ingenerare nello spettatore l'idea della 'normalità' di certi vocaboli, di situazioni e di atteggiamenti resi più deprecabili e insieme più (tra virgolette) simpatici in quanti ingenerati da equivoci, incomprensioni, paradossi. Il copione ne è pieno, e qualcuno si diverte. Senza dilungarsi oltre, sembra opportuno precisare che certa comicità di basso livello può essere evitata senza sentirsi in inferiorità. Per questo il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come futile e nell'insieme segnato da volgarità.
Utilizzazione
Per quanto detto, sarebbe preferibile evitare la proposta in programmazione ordinaria. Si tratta di un prodotto furbo, fuori misura, decisamente ammiccante, che richiede molta cautela e attenzione per minori e bambini in caso di passaggi televisivi o di muso di dvd e di atri supporti tecnici.