Interpreti e ruoli
Alessandro Besentini (Filippo Marri), Francesco Villa (Leo Marri), Natalino Balasso (Eddie Barni), Marco Bonadei (Samuele Verona), Christian De Sica (Bernardo Celli), Walter Leonardi (Gio Di Meo), Giulio Pranno (Giulio Zappa), Vincenzo Zampa (Michele Cacace)
Soggetto
Sei attori si ritrovano in una sala per provare i loro monologhi in attesa di esibirsi su un palcoscenico. A vederli e giudicarli il responsabile di un’agenzia di spettacolo che è chiamato a scegliere uno di loro per un programma televisivo di prima serata…
Valutazione Pastorale
Nel cinema italiano Gabriele Salvatores è un nome in grado di lasciare tracce non superficiali. Non soltanto per il Premio Oscar vinto nel 1992 con “Mediterraneo” ma perché, puntando su alcune tematiche “forti” (fuga, ricerca di identità, ribellione…), riesce a mettere a tema molti argomenti. Con “Comedians” sembra tornare agli esordi con toni ibridi tra cinema e teatro, coniugnado richiami a Shakespeare il desiderio di concentrarsi sull’attore, sulla sua voglia di essere attuale e “moderno”. “Comedians”, in sala dal 10 giugno, è tratto da un testo dell’inglese di Trevor Griffith già utilizzato nel 1985; il film è l’occasione per fare i conti con il ruolo dell’attore e per rileggerne compiti e ambizioni nel nuovo Millennio, dentro l’universo dello spettacolo mai così frammentario, frantumato, disordinato. I sei partecipanti alla gara si muovono dentro uno spazio che delinea unità di luogo e azione. Fuori piove, il buio avanza, il clima indulge al malinconico. Dovrebbe scattare la risata, dovrebbe essere un momento di gioia e di allegria, eppure nel gruppo prevalgono amarezza, tristezza, voglia di aspettare la prossima occasione. Salvatores mette in piedi uno spettacolo che, dietro la voglia di fuggire, disegna una visionarietà seria e intelligente. Si parla di teatro, ma il cinema si prende il primo piano, grazie a immagini pulite, nette, di eccellente nitore drammatico, potendo contare su un gruppo di attori bravi, efficaci e di solida preparazione (Christian De Sica, Ale e Franz, Natalino Balasso, Marco Bonadei, Walter Leonardi, Giulio Pranno e Vincenzo Zampa). Film non facile e per niente accomodante, ma utile e necessario per riflettere sul nostro eterno “Uno, nessuno e centomila”. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e da utilizzare per dibattiti.
Utilizzazione
Film insolito e di forte tensione emotiva, molto adatto ad avviare riflessioni sul ruolo dell’attore e sul rapporto cinema/teatro