Orig.: Gran Bretagna (1999) - Sogg.: Lerbie Wave - Scenegg.: William Ivory - Fotogr.(Panoramica/a colori): Robert Alazraki - Mus.: Rachel Portman - Montagg.: Sue Wyatt - Dur.: 90' - Produz.: Uberto Pasolini.
Interpreti e ruoli
Ian Hurt (Kieran), Pat Short (Ollie), Ewan Stewart. (Pat), Cathleen Bradley (Shoban), Niamh Cusack, Sean McGinley, Sean McDonagh.
Soggetto
Donegal, costa irlandese, maggio 1999. In vista dell'annuale ballo per la festa di S.Marta, qualcuno pensa di movimentare un po' un ambiente ormai troppo chiuso su se stesso. Kieran e altri amici scapoli pensano di mandare una lettera d'invito ad alcune ragazze americane: la scusa viene trovata nello svolgimento di un concorso di bellezza, ma l'occasione dovrebbe essere utile per trovare una fidanzata al di fuori della solita cerchia di ragazze. Quando è il momento Kieran, Ollie, Nicky e Pat vanno alla fermata. L'autobus si ferma ma nessuna ragazza scende. La delusione è grossa e tornare alla solita routine è difficile. Quando comincia il ballo, c'é in sala un gruppo di spagnoli che suonano e fanno molta allegria. Forse per ripicca, le ragazze scelgono la loro compagnia. A questo punto pensano che sia venuto il momento di uscire allo scoperto. Alcune coppie si lasciano e si riprendono, altre trovano il coraggio per dichiararsi. Kieran dice a Shoban che l'ama, Ollie finalmente si accompagna con la postina. Un difficile equilibrio sembra ormai raggiunto nel piccolo paese. Ma ecco che alla fermata si ferma di nuovo l'autobus. E questa volta scende un gruppo di vivaci e procaci ragazze americane.
Valutazione Pastorale
Uno spaccato simpatico di vita irlandese quasi 'fuori dal mondo'. Temi importanti della storia infatti possono essere considerati la 'solitudine' ( in senso geografico ed esistenziale) e lo svuotamento delle campagne o, in modo più ampio, l'abbandono. Leggero e gradevole, calato in paesaggi autentici che fotografano il borgo selvaggio che si ama o si odia, il racconto mette in campo i valori dell'Irlanda tradizionale, visti attraverso una lente critica che talvolta si traduce in ironia talaltra in quadretti poetici e malinconici. Belle le sfumature cromatiche ambientali, ben sottolineato l'attaccamento ad una cultura tradizionale che va conservata. Certo non manca qualche passaggio meno sorvegliato, ossia situazioni un po' facili e prevedibili e qualche stereotipo già visto in tanti altri titoli su questa falsariga. Dal punto di vista pastorale, rimane il bel tratteggio di un microcosmo dalla forte carica di umanità, per cui il film è accettabile, con riserve per quanto detto sopra, e nell'insieme sicuramente realistico.
UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre nell'ambito di tematiche riguardanti l'Irlanda, il cinema europeo, l'Europa.