Orig.: Polonia (2015) - Sogg. e scenegg.: Malgorzata Szumowska, Michal Englert - Fotogr.(Panoramica/a colori): Michal Englert - Mus.: Bogumila Klopotowska (consulente musicale) - Montagg.: Jacek Drosio - Dur.: 93' - Produz.: Jacek Drosio, Malgorzata Szumowska, Michael Englert - 65° FESTIVAL DI BERLINO 2015, ORSO D'ARGENTO A MALGORZATA SZUMOWSKA COME MIGLIOR REGISTA EX AEQUO CON RADU JUDE PER "AFERIM".
Interpreti e ruoli
Janusz Gajos (procuratore), Maja Ostaszewska (Anna), Justyna Suwala (Olga), Ewa Dalkowska (amica del procuratore), Adam Woronowicz (dottore), Tomasz Zietek (assistente del procuratore), Malgorzata Hajewska Krzystofik (madre del ragazzo morto), Ewa Kolasinska (infermiera), Roman Gancarczyk (becchino), Wladyslaw Kowalski (vicino)
Soggetto
In Polonia, oggi. Per il suo lavoro nella polizia, Janusz è abituato ad analizzare le scene dei crimini nei minimi dettagli. Anche quando la decenza sconsiglierebbe di restare a guardare. Per questo l'uomo si è costruito un carattere ostile e scontroso, indurito dalla recente morte della moglie reso più aspro dalla vicinanza della figlia Olga, non ancor ripresasi dalla perdita della mamma e affetta da anoressia. Dopo qualche incertezza, Janusz decide di mettere Olga in cura nella clinica in cui lavora Anna, una psicologa che vive isolata nel proprio appartamento dove si dedica a sedute spiritiche e dice di comunicare con i morti...
Valutazione Pastorale
"Volevo -dice la regista-fare un film sull'anoressia(...) Dopo, la trama incentrata sul personaggio di Olga e l'idea che un corpo ha molti significati diversi mi hanno indotto a concentrare la storia sull'idea che il corpo(fisico, astrale, morto) potrebbe essere trattato come un oggetto, adorato e odiato. Quindi la storia è emersa dal materiale che il corpo è". Dapprima un po' oscuro, più avanti, il copione riesce a fare chiarezza e a mettere di fronte il personaggio pragmatico e solitario del padre e il muro di incomunicabilità contro cui sbatte la figlia. Tra loro si colloca Anna, che dice di parlare con i morti e si affida a sedute spiritiche. Dietro il ritratto di una società polacca ancora spaccata tra antichità e modernità, tra realismo e spiritualismo, tra ragione e sterili supposizioni c'è forse l'idea di una non ancora chiarita confusione storico-sociale. L'ideologia sembra ormai alle spalle e c'è gran conflitto tra vita e morte, tra l'idea certa del vivere e l'incertezza del vacuo sopravvivere. "Pratico yoga da un paio di anni -precisa ancora l'autrice- l'elemento successivo della cultura post cattolica in Polonia!". Regnano dunque indecisione e qualche superficialità. Che trovano riscontro in uno sviluppo narrativo che alterna intensità e eccessiva enigmaticità. Per aprirsi in un finale di reciproca comprensione e sorriso tra padre e figlia, forse preludio ad un nuovo scambio di fiducia. Film coraggioso, aspro, di asciutto lirismo che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare con misura in programmazione ordinaria, meglio affidarlo a proiezioni mirate per avviare riflessioni sui temi intensi affrontati anche con apporti di psicologi e studiosi di tecniche del corpo.