Corpus Christi

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Bibbia, Chiesa Cattolica, Dolore, Famiglia, Fede, Gesù, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Jan Komasa
Durata
115'
Anno di uscita
2021
Nazionalità
Francia/Polonia
Titolo Originale
Boze Cialo
Distribuzione
Wanted
Soggetto e Sceneggiatura
Mateusz Pacewicz,
Fotografia
Piotr Sobocinski Jr.
Musiche
Evgueni Galperine, Sacha Galperine
Produzione
Leszek Bodzak, Aneta Cebula-Hickinbotham, Marek Jastrzebski, Malgorzata Jurczak, Marta Kraus

Interpreti e ruoli

Bartosz Bielenia (Daniel), Aleksandra Konieczna (Donna), Eliza Rycembel (Eliza), Tomasz Zietek (Pinczer), Lukasz Simlat (Prete Tomasz), Barbara Kurzaj (Vedova), Leszek Lichota (Sindaco)

Soggetto

Polonia oggi. Daniel è un giovane detenuto in un riformatorio che ottiene un permesso d’uscita e viene mandato in una piccola cittadina rurale per lavorare in una falegnameria. All’arrivo si traveste da sacerdote e si presenta come tale. Si troverà a sostituire il parroco…

Valutazione Pastorale

Presentato alla 76a Mostra del Cinema della Biennale Venezia e candidato agli Oscar 2020 come miglior film straniero, “Corpus Christi” del regista polacco Jan Komasa trae spunto da una vicenda realmente accaduta in Polonia: un giovane che si è spacciato per sacerdote e, come tale, ha celebrato ed amministrato i sacramenti. È quello che accade a Daniel, detenuto in un riformatorio, con il desiderio, difficilmente realizzabile dati i suoi precedenti penali, di diventare prete. Quando viene inviato, in permesso lavorativo, in una falegnameria di un villaggio rurale molto lontano dal luogo dove sconta la pena, il giovane si spaccia per un sacerdote e si troverà a dover sostituire il parroco che, stanco e sfiduciato, si prende un periodo di pausa. Daniel (che ha il volto inquietante, innocente e sofferto del bravissimo Bartosz Bielenia) vive intensamente la finzione, prega e celebra, amministra i sacramenti per quella piccola comunità di credenti smarriti e divisi, sofferenti e prigionieri del rancore e dell’incapacità di perdonare, o forse perdonarsi, per un incidente stradale che ha provocato sette vittime. Anche se colui che lo ha causato è tra queste, resta la vedova, da insultare, da emarginare. Il finto sacerdote assolve con profonda convinzione al suo “compito”: le liturgie, i conflitti familiari, le miserie consegnate alla confessione, gli slanci e i dubbi dai quali neanche lui è esente, cercando di risvegliare una fede sopita e ridotta per molti a pura e semplice ritualità. Ma la finzione viene scoperta e Daniel si ritrova al punto di partenza.

“Corpus Christi” è un film intenso e coinvolgente, seppure con qualche incertezza e pesantezza di troppo, che deve molto, se non tutto, al suo protagonista. Ai suoi sguardi, ora persi nelle feste a base di droga, ora gioiosi nel condividere una canzone in un momento di festa, o ancora inquieti alla ricerca delle parole giuste per far breccia nei cuori inariditi dei suoi parrocchiani e, non di rado, fissi sul crocifisso come in attesa di un segno, di una risposta. “Corpus Christi” è un film che pone al centro la fede, declinata in termini di perdono, riscatto, autenticità e libertà, accoglienza e Salvezza. Dal punto di vista pastorale il film “Corpus Christi” è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti, adatto per i temi affrontati a un pubblico adulto.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. In considerazione dei temi trattati è bene proporlo ad un pubblico adulto.

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